Sull'attualità
dovrei specificare, ma non è mia intenzione farlo ora, preferisco raccontare de
Il
mulino sulla Floss, di George Eliot, alias Mary Ann Evans (1819 -
1880), i cui libri finirono persino sul comodino della regina Vittoria.
Scordatevi qui il lieto fine, con il matrimonio, la festa e la
composizione ordinata e armoniosa di fatti e conflitti. L'andamento della
narrazione sembra piuttosto ricalcato
sulle dinamiche fluviali della Floss, nel suo
scorrere lento e limaccioso, passibile però di repentine correnti e improvvise
alluvioni. Così sono i sentimenti e le
azioni di protagonisti e protagoniste: si manifestano piano piano, vengono
ribaditi e poi si trasformano in un turbine di emozioni che contagia, coinvolge
e intriga irrimediabilmente.
Scritto nel 1860,
quando l'autrice aveva già pubblicato Scene di vita clericale e viveva ormai
da tempo more uxorio con George Henry Lewes, destando non poco scandalo tra
i benpensanti contemporanei. Settecentosessantasei pagine di godimento puro,
tra progressione della trama, piuttosto scarna, e digressioni del narratore (narratrice) onnisciente che
puntualizza, annota, chiosa e si permette un coinvolgimento diretto
nell'interpretazione dei fatti e del carattere delle persone. Proprio lo
spostamento di attenzione da trama a
carattere dei personaggi primari e secondari caratterizza questo romanzo
rendendolo interessante, a mio parere, anche a
lettrici e lettori di oggi.
Romanzo corale con
al centro una famiglia benestante proprietaria da tre generazionidi un mulino, sono i signori Tulliver, genitori di Tom e Maggie, fratelli legati da un
rapporto molto forte e profondo, anche se sbilanciato da parte della ragazza. Infatti è
l'infinita ammirazione di Maggie per Tom, il suo perenne bisogno di
approvazione e il patetico desiderio di compiacerlo, a fronte della severità di
giudizio di lui, con la sua miope capacità di comprensione e l'enorme stima di
sé che segna la temperatura di questa fratellanza asimmetrica. Intorno, un nugolo di
parenti con una spiccata propensione a influenzarli. La vicenda comincia con
Maggie bambina e Tom in procinto di incominciare nuovi studi. La mente di Maggie è più predisposta alla
conoscenza e più veloce nell'apprendere ma, sebbene queste caratteristiche
vengano riconosciute dal padre, non viene considerata per lei la strada
dell'istruzione perché è solo una donna. Si percepisce nettamente l'ambiguità
del tono dell'autrice mentre sottolinea il destino prefissato della ragazza, obbligata
dalle convenzioni ad adeguarsi al futuro ruolo di moglie, madre, donna di casa,
a cui la cultura a poco potrà servire. La storia si svolge fino all'età adulta
dei due ragazzi, con alterne sfortune, promesse ardue a mantenersi, per Tom la
dura gavetta del lavoro e per Maggie il desiderio di autonomia frustrato dalla
volontà di lui di ricacciarla nel limbo della dipendenza fraterna.
George Eliot,
com'è ricordata perché lei stessa si identificò pienamente nel suo nom de plume, ha trasformato la vita
ordinaria e scontata del piccolo paese di St.Ogg's, con le case dai tetti rossi
e le più umili abitazioni in riva al fiume, in una vicenda pulsante in cui si respira l'anelito a benessere, amore e
cultura come ricompensa per disastri e fatica. Troppo spesso mortificato da traduzioni
parziali e riduzioni vandalizzanti, Il Mulino sulla Floss merita di essere letto nell'edizione integrale per gustare le
puntuali descrizioni del paesaggio, dovute all'approccio positivista
dell'autrice, e l'ironia dei dialoghi,
sapientemente cesellati tra rispetto delle convenzioni e primato dei desideri.
Il mulino sulla
Floss (The Mill on the Floss), George Eliot,
traduz. di Alessandro Fabrizi, introduz. di Emanuele Trevi, Neri Pozza Editore,
2019.
già pubblicato su
https://cartesensibili.wordpress.com/2020/01/28/lauradeilibri-laura-bertolotti-il-mulino-sulla-floss/
già pubblicato su
https://cartesensibili.wordpress.com/2020/01/28/lauradeilibri-laura-bertolotti-il-mulino-sulla-floss/
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