Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

mercoledì 13 febbraio 2013

S. Valentino

Si sa che nel giorno di San Valentino viene evocato l'amore e sia commerciale o storica la ragione di questo appuntamento, tanto vale farci i conti.
E' vero che, se si ha voglia di cioccolato, non occorre aspettare questa data, tuttavia funziona come alibi per derogare ad un'eventuale dieta in corso. Anche un diamante si può accettare in qualunque momento dell'anno, così una dichiarazione d'amore o un mazzo di rose; un po' più imbarazzante un cuscino rosso a forma di cuore, ma si può cortesemente trovargli posto da qualche parte.
Diversi generi merceologici sembrano veicolare l'idea di questo sentimento: per riattizzarlo, annunciarne gli sviluppi o corroborarne l'evoluzione.
Un quadro dell'argomento privo di infiorettature dolci, romantiche o preziose nei libri che seguono,
a qualcuno potrà risultare troppo realistico.





Haifa durante la guerra del Kippur, primi anni Settanta ne L'amante di Abraham Yehoshua. Più voci, ognuno parla per sé e fornisce il suo spicchio di esistenza condito dai ricordi. Le storie si interecciano per i legami familiari o di lavoro che le uniscono, mentre la guerra c'è, ma da un'altra parte. Cosa muove un uomo a ritrovare l'amante scomparso della moglie è un mistero e, a poco a poco, si comprende, o si accetta, nel mistero più grande creato dall'alchimia della vita di coppia.
Scritto nel 1977 e pubblicato in Italia da Einaudi nel 1990, nella traduzione di Arno Baehr, questo romanzo pone il problema del dialogo interculturale e suggerisce una semplice verità: la vita si vive e l'amore anche. Così per arabi e israeliani, a dispetto di barriere religiose e politiche.






Stesso titolo italiano ne L'amante ( L'amant, traduzione di Leonella Prato Caruso) di Marguerite Duras. Pubblicato nel 1984 in Francia e da noi un anno dopo, da Feltrinelli; libro ampiamente autobiografico, ambientato a Saigon dove la scrittrice visse in giovinezza.
"Presto fu tardi nella mia vita" comincia, in prima pagina, il terzo paragrafo  e subito si pensa ad un percorso di formazione, infatti è l'iniziazione all'amore di una quindicenne. Ancora inesperta della vita, in bilico tra tormentati affetti familiari e convenzioni sociali da rispettare, la ragazza pare sicura solo delle sue emozioni e del desiderio di rinnovarle. Le figure di adulti che la circondano non sono edificanti, a cominciare dalla madre a cui tanto viene rimproverato senza riconoscerle alcuna giustificazione. Sola e piuttosto povera,  vissuta come diversa e straniera, diventerà adulta senza esserne consapevole, mentre gli anni si impossessano dei suoi lineamenti "ad uno ad uno".
Una prosa che segue un tempo interiore e non la successione degli eventi inchioda alla lettura e costringe a ricominciare dall'inizio, appena terminata la storia. Ma sarà vera?






L'abitudine di amare (The habit of loving, traduzione di Vincenzo Mantovani) è un libro del 1957 di Doris Lessing che presenta una raccolta di racconti, apprezzabili per la riconosciuta capacità dell'autrice di scavare nell'animo dei personaggi, svelarne i piccoli riti, le manie, le meschinità e i dilemmi. 
Con uno stile asciutto, senza sbavature, sembra suggerire che l'amore non è un dogma e ogni persona lo declina a suo uso e consumo. Per vivere, perché è necessario, anche se diventa un'abitudine.