Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

giovedì 9 aprile 2015

Ciao per sempre


Che si tratti di fronteggiare il dolore della perdita o che finisca il nostro tempo vitale, la morte attraversa la nostra vita come un binario freddo e infine la conclude.
Simone de Beauvoir scrisse Une mort très douce nel 1964 (Una morte dolcissima, trad. Clara Lusignoli, Einaudi, 1966) e ne parlo a memoria perché lessi questo libro nel 1983, quando morì mio padre. Lo riprendo in mano, oggi, perché mi trovo, di nuovo, nella situazione che De Beauvoir seppe pennellare alla perfezione. Arginare la mancanza di una persona cara è impresa ardua, ancorché enfatizzata dalla potenza evocativa degli oggetti che ce la rammentano. Un libro, un profumo, un vaso sopravvivono ad una vita e già questo fatto è disperante. Ma la messe di ricordi che scatenano è ancora più sconvolgente. Non ci sono scatole nella mente, non vi si può racchiudere una memoria triste, bisogna riservarle un posto speciale nel cuore. 
E conviverci.





Grazie, Camilla. Mi hai accompagnata nella vita, sostenuta e perdonata. Mi hai mostrato la disponibilità umana come modo di essere, il gusto del bello, il senso del giusto.
Ciao per sempre, mamma.