Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

lunedì 10 settembre 2018

Il club del libro e della torta di bucce di patate di Guernsey



Avverto la mancanza, in questo momento, del senso di comunità. Sentirsi parte di un gruppo legato da qualcosa di più profondo del generico  saluto accompagnato, ma non sempre, da un accenno di sorriso. È persino scomparsa la nozione di "vicini di casa", ognuno è coinvolto nella propria vita e si disinteressa di quella degli altri, anche se ci sono muri, giardini o piscine in comune. Ci si ricorda dei "vicini" soltanto se invadono la nostra bolla di proprietà, allora è lecito imbrattare di  scritte intimidatorie con la vernice rossa, accendere barbeque sulla strada, cercare colpevoli invece e prima di cause e così via, sempre più soli, ma circondati da molti oggetti, impregnati di tecnologia, immersi nella religione del nostro corpo, curato come un tempio.
Tutto questo mi è rimbalzato pesantemente addosso dopo la visione del film Il Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey (regia di Mike Newell, 2018, distribuito in Italia da Netflix). Il film è un prodotto gradevole ma l'omonimo  libro da cui è tratto è molto più ironico e strappa qualche  risata anche se l'argomento non si può dire allegro. Senza fare spoiler, la trama è presto detta e non mi soffermo sulla fedeltà al testo perché non si può richiederla, a mio parere, a nessuna trasposizione cinematografica. Ambientato nell'isola di Guernsey durante la seconda guerra mondiale e subito dopo, sotto l'occupazione tedesca che aveva imposto alla popolazione la confisca degli apparecchi radio e il totale isolamento: nessun giornale, rivista o altro poteva raggiungere gli abitanti. A questa pesante limitazione si aggiunse la riduzione delle risorse derivanti da agricoltura e allevamento perché i soldati tedeschi se ne servivano anche per la loro sopravvivenza. Anni di fame e miseria, eppure il senso di comunità fece la differenza. La protagonista del libro e del film è una giornalista che riceve una lettera da uno sconosciuto, a guerra finita. Questo signore aveva trovato il suo indirizzo segnato su un testo letto nel circolo di lettura formatosi durante l'occupazione,  che aveva avvicinato un gruppo di persone intrecciandone i destini,  appassionandoli per sempre alla lettura e consentendo loro di andare oltre lo squallore della  guerra.
"Ci aggrappammo ai libri e ai nostri amici: ci ricordavano che esisteva anche qualcos'altro".
Un libro e un film sulla guerra, ma sugli aspetti più trascurati e anche politicamente scorretti, come il sorgere di forme di solidarietà e persino storie di amore e amicizia, tra occupanti e occupati.
Un altro argomento sottolineato, che si trova solo nei romanzi inglesi,  riguarda l'evacuazione in massa di tutti i bambini e le bambine di età compresa tra zero e dodici anni (Piano Anderson), disposizione volta a preservarne la sopravvivenza dal conflitto, ma dai costi umani incalcolabili quanto a impatto emotivo.  Appena fu chiaro che l'occupazione tedesca sarebbe stata imminente, anche l'infanzia di Guernsey fu stipata in un'imbarcazione diretta in Inghilterra e da lì vennero poi smistati, è il caso di dirlo, verso Scozia e altrove, senza che le famiglie ne conoscessero la destinazione o ricevessero informazioni. Impossibile non riflettere sul portato di tristezza e nostalgia inferto a questi bambini e la notizia che, a guerra finita siano tornati "quasi" tutti alle loro case, non reca molto sollievo.
Quanto al titolo, decisamente intrigante, rimanda a un episodio cruciale della storia, ma difficilmente sarà possibile replicare la ricetta della torta in questione: i nostri palati sono troppo assuefatti a burro e zucchero, ingredienti introvabili a Guernsey durante l'occupazione e la famosa torta di patate non ci risulterebbe gradita, per tacere della decorazione di bucce!
Anche la storia del libro è interessante. L'autrice Mary Ann Shaffer, americana, si interessò all'isola perché vi rimase bloccata a causa di una fitta  nebbia che impediva il decollo del suo aereo. Bibliotecaria ed editor di professione, amava la lettura e i libri e  ritornò a casa con una bracciata di volumi sulla guerra e  concepì questo romanzo senza, purtroppo,  poterne vedere la diffusione e la fortuna perché la malattia la strappò alla vita poco prima della pubblicazione, curata dalla nipote Annie Barrows, autrice di libri per l'infanzia.
Mi permetto il suggerimento di non lasciarsi scappare questo libro e questo film.  Il romanzo, scritto in forma epistolare,  come non siamo (più) avvezzi a leggerne, propone un dialogo continuo tra le persone, che possono incontrarsi e farsi del bene anche nelle situazioni più estreme di indigenza e solitudine. E contiene molti altri libri  facendo scorgere insperati itinerari di lettura perché
"Forse i libri hanno un istinto segreto per cercare la strada di casa, che li porta al lettore ideale".

Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey, Mary Ann Shaffer & Annie Barrows (The Guernsey Literary and Potato Peel Pie Society, traduz. di Giovanna Scocchera ed Eleonora Rinaldi, revisione di Bruna Mora), Astoria, 2017. Il libro è già comparso in lingua italiana per i tipi Sonzogno, con il titolo La società letteraria di Guernsey nel 2012.



UNO


Siamo tutti diversi, ma è proprio la diversità degli altri che rende interessante e utile lo scambio esperienziale. I bambini e le bambine  lo sanno, senza averne piena consapevolezza, perché hanno meno filtri degli adulti, i quali incasellano le persone secondo pregiudizi e stereotipi, paure e convinzioni politiche.
Questo messaggio rimbalza chiaro e semplice da UNO, di Isabella Paglia. Uno è una creatura uscita da un'astronave piombata sulla terra e incagliata su uno spuntone di roccia "appeso al cielo". Lui cerca di inserirsi tra i bambini, imita atteggiamenti e modo di vestirsi, ma non c'è verso, loro lo escludono dai giochi appioppandogli un generico nome fino a fargli dimenticare il suo. 
"Non sei dei nostri. Sei Uno diverso"
Ma una notte, un esserino, arrivato probabilmente da una galassia lontanissima, bussa alla sua porta, con lo stesso bisogno di aiuto e amicizia. E Uno, pur notandone la diversità, lo vede come qualcuno che lo farà sentire meno solo. Così Uno e Qualcuno, sebbene abbiano poco in comune nell'aspetto, diventano amici e  sono d'esempio agli altri bambini, i quali cominciano a desiderare la loro compagnia vedendoli affiatati e solidali nonostante siano tanto diversi.
Questa di UNO non è una storiella moraleggiante, però tocca la corda sensibile e tristemente attuale della diversità, nel cui nome si erigono muri e si avviano campagne, perciò risulta, e risalta, come una sferzata per quegli adulti che cercano recinti per i loro figli, proteggendoli da tutto quello che si discosta da norma e convenzione. Persino le aule scolastiche possono diventare spazi di emarginazione legalizzata, con danni emotivi incalcolabili.
Agile, coloratissimo, con un carattere ad alta leggibilità, Uno presenta un'alternativa simbolica al mainstream,  di sicura presa tra i lettori e le lettrici più piccole.


UNO, Isabella Paglia, illustraz. di Andrea Scoppetta, Giunti, 2018.

Isabella Paglia scrive storie per  bambin* e adolescenti, tradotte in molti paesi, e ha vinto svariati premi letterari.  Redattrice di riviste come Giulio Coniglio, Super G, Il Giornalino. Instancabile sostenitrice dei diritti dell'infanzia, ha collaborato con diverse strutture di assistenza e Ospedali Pediatrici.
Nel suo sito informazioni più dettagliate su biografia e opere
https://www.isabellapaglia.info/

... dimenticavo, anche alla Pippi è piaciuto questo libro e scusate se è poco!