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lunedì 14 marzo 2016

Morire non è niente

Improperi del pope, provièr muscoloso e tatuato, gondola che beccheggia, sì, è Venezia. E l'indagine poliziesca del commissario Jacopo Zambon si snoda appunto tra calli e campielli, ma lontano dal chiasso del turismo straripante, piuttosto tra vecchie trattorie, case di amici e luoghi in cui si incontravano da ragazzi. 
Elisabetta Baldisserotto, autrice di questo giallo, è psicologa analista junghiana, e manda in analisi il protagonista per elaborare la separazione dalla moglie e trovare una misura tra dedizione al lavoro e spazio per gli affetti. Gran lettore, questo Zambon,  ama la letteratura americana degli anni Venti, Faulkner, Fitzgerald, Dorothy Parker, ma anche Hemingway, Carver e Yourcenar, per tacere delle letture classiche, tra cui Omero, e nel suo studio tiene un'intera libreria dedicata alla narrativa, che si contrappone ad un'altra con testi di legge e diritto.
Ma se muore Alvise, suo amico da sempre, impegnarsi nell'indagine per omicidio, per lui  significa scoperchiare  un barile di nefandezze: abusi sui minori da parte di religiosi, circonvenzione di incapaci, appropriazione indebita di beni appartenuti a vecchie persone "aiutate" a morire. Avrebbe preferito non conoscere la doppia, terza vita dell'amico, con quello che sottende e gli impone di rivedere il giudizio sui suoi stessi amici. Tenero antieroe contemporaneo, pieno di slanci e incertezze, ancora e in cerca di un amore, un po' si lecca le ferite, un po' prende cantonate, serio e competente nel suo lavoro, ma sovente sfiorato dal dubbio di sbagliare.
Cullata dall' acqua dei canali, che a Venezia sembra ritmare il tempo che passa, la narrazione comincia sottotono, ma poi acchiappa chi legge fino allo sciogliersi dell'enigma.
Però niente è più come prima perché, citando Hemingway, "morire non è niente",  ma solo per chi muore e invece chi rimane deve affrontare "il" niente, ossia la negazione assoluta, aggiunge il nostro commissario. Gli basterà la corazza difensiva, che si è costruita in tanti anni di servizio nella Mobile, per tollerare l'ingiustizia, la crudeltà, la violenza, l'orrore e, appunto, la morte?

Morire non è niente, Elisabetta Baldisserotto, Cleup 2015.