Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

giovedì 19 marzo 2015

L'età incerta



L'adolescenza è un periodo positivo non una catastrofe, esordisce la psicologa Silvia Vegetti Finzi alla Fondazione Centro Studi Campostrini. Se ne parla come di un periodo "vulcanico, esplosivo" ma è solo caratterizzato da sano vitalismo a cui giovano poche, chiare norme non imbriglianti, da cornice. Un contenimento  comprensivo e flessibile basato sulla fiducia, che induca ragazze e ragazzi a mettersi alla prova e non confermi lo sbaglio e la paura del confronto con i modelli suggestivi e inarrivabili proposti dalla società.
Vegetti Finzi racconta i nuovi adolescenti sottolineando l'attuale confusione di ruoli all'interno delle famiglie, che fa smarrire il soggetto vero della crescità: le ragazze e i ragazzi. Un indistinto "noi" appiattisce le vite dei genitori su quelle dei figli, ne fagocita le scelte, di fatto impedendole, per un malinteso senso di aggregazione che limita l'autonomia. Invece, a padri e madri è chiesta un'inversione di rotta, rispetto la funzione svolta nell'età precedente, adesso è il tempo dell'accettazione: dei possibili rischi o presunti pericoli, del gruppo dei pari, del progressivo distacco essenziale per la costruzione dell'identità, dell'aggressività che si accompagna alle rivendicazioni.
"Gli stampi della tradizione sono infranti" precisa la studiosa "ognuno deve imparare a gestirsi la propria crescita". Ai genitori spetta il compito di ascoltare i propri figli nella narrazione che accompagna la loro vita.


L'età incerta. I nuovi adolescenti, Silvia Vegetti Finzi, Anna Maria Battistin, Mondadori, 2000.

domenica 1 marzo 2015

L'ora di lezione

Un'ode al lavoro d'aula, finalmente, e viene da Massimo Recalcati che nel suo L'ora di lezione, ricorda come la lezione sia proprio il cuore stesso dell'insegnamento, troppo sovente soffocato da un apparato burocratico e dall'accanimento valutativo che costringe  le/i docenti a occuparsi di aspetti che poco o nulla hanno a che fare con l'apprendimento autentico.
Nell'incontro del 27 febbraio, a Verona, presso la Fondazione Centro Studi Campostrini, lo psicanalista Massimo Recalcati, introdotto da Davide Assael, ha intrattenuto un pubblico attento, disseminato nelle numerose sale della Fondazione.  A partire dal libro e rivisitando le sue esperienze di vita, ha spiegato cosa sia per lui l'erotica dell'insegnamento, perché la lezione non è mai un'esperienza solo intellettuale, e l'insegnante, con il suo stile, miscela di voce, gestualità e passione per quello che insegna, trasforma il libro, oggetto teorico,  in corpo e chi impara non è più una testa da riempire e basta, poiché anch'esso subisce una trasformazione, a sua volta, diventando un amante, che vuole scoprire, penetrare il segreto del corpo, già libro. Per l'autore non c'è apprendimento senza desiderio e compito dell'insegnante è suscitare questo desiderio.
Benedetti, nel senso di "detti bene" (io aggiungo: benedette!) dunque i bravi insegnanti che fanno della scuola l'unico "luogo di resistenza, in questo tempo" che sceglie sempre la via breve per ottenere tutto. Invece la scuola, se incontro di corpi vivi e pulsanti, e quindi luogo d'amore,  può permettere la trasformazione seguente, del corpo in libro ed evitare la funzione narcisistica per la propria immagine, l'uso strumentale del corpo, l'abuso stesso del corpo. E se, nel corpo a corpo, con le/i docenti, c'è un tempo in cui si è solo la loro caricatura, cioè si fa come loro, poi si può divergere e fare con loro, nel dispiegarsi del mistero della relazione generativa dell'insegnamento.
Temi complessi eppure così vicini alle nostre memorie scolastiche più intime e, talvolta, anche dolorose. 
Nel libro, l'autore approfondisce anche l'analisi della scuola del passato, che chiama Scuola-Edipo, e l'attuale, definita Scuola-Narciso. La prima sostenuta dall'alleanza tra genitori e insegnanti, basata sulla potenza della tradizione, vede "l'insegnante come un sostituto del Padre, di una Legge fuori discussione". Questa scuola, spazzata via dalle lotte studentesche del '68 e del '77, produceva obbedienza, e un "sapere senza soggettività, privato di singolarità". 
Mentre la Scuola-Narciso si basa sulla nuova alleanza genitori-figli, alleanza deleteria che disattiva "ogni funzione educativa da parte dei genitori" fortemente impegnati "ad abbattere gli ostacoli che mettono alla prova i figli [...] per garantire loro un successo nella vita senza traumi".
Ne consegue una solitudine profonda del corpo insegnante, una mancanza di adeguato riconoscimento sociale dello stesso, sospinto "verso la proletarizzazione economica" da un lato, e investito, d'altro canto, di un ruolo educativo sempre più vasto a fronte di famiglie incapaci di esercitare la potestà.

Una piacevole lettura, il testo di Massimo Recalcati, L'ora di lezione. Per un'erotica dell'insegnamento (Einaudi, 2013) e si candida sulla scena libraria come un'opera che suggerisce una visione insolita ai docenti di tutti i segmenti scolastici, proponendo anche un motivo di riflessione sulla genitorialità.