Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

lunedì 6 ottobre 2014

Curarsi con i libri

Un evviva per le autrici di questo manuale di medicina sui generis.
Infischiandosene delle raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, qui ci fanno trovare, sullo stesso piano, i dolori del corpo e quelli del cuore, le difficoltà pratiche che causano tormento e le grandi sfide della vita. Con la differenza che i rimedi taumaturgici non dovranno essere cercati in farmacia o in erboristeria e nemmeno presso qualche psicanalista, basterà recarsi in libreria, o in biblioteca o curiosare su qualche bancarella.
Elencati in ordine alfabetico, da Abbandono a Xenofobia, scoviamo la voce che ci interessa, sia essa Appendicite o Diarrea, Superlavoro o Superstizione, Mal d'Amore o Claustrofobia o qualunque altra. Accingiamoci a leggerne la diagnosi con il dovuto rispetto e sorbiamoci il balsamo suggerito: "un romanzo (o più d'uno) da leggere a intervalli regolari".
Provare per credere, non previsto rimborso.
Una prescrizione che manderà in sollucchero tutti i topi da biblioteca e i bibliomamiaci, ma anche i nostri vicini di casa che potrebbero, di conseguenza, giovarsi del grande silenzio proveniente dalla nostra magione.
Se, come accenna Fabio Stassi nella prefazione, abbiamo contratto da piccoli "la lettura", è da considerarsi "la più fortunata delle malattie croniche" e non ci resta che inocularci "dosi controllate" di letteratura.
Con una precauzione, bugiardino docet, ricordarsi di leggere per vivere e non vivere per leggere.
Concludendo, questo libro non si rivolge solo a lettori forti e a librai e bibliotecari, perché è consigliabile a tutti: accademici e fashionisti, workaholic e fannulloni, disoccupati, pensionati, studenti, artisti, politici, ... e, of course, medici.


Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno, Ella Berthoud, Susan Elderkin (The Novel Cure), trad. di Roberto Serrai, a cura di Fabio Stassi, Sellerio, 2013.

(per una volta, Lauradeilibri è stata scherzosa, ma l'opera presta il fianco... anche se è seriamente costruita e si guadagna un posto sui nostri coffee table)