Da un'esperienza
collaudata in diverse realtà italiane, Indovina
chi viene a cena, è nato un libro di ricette sui generis: venti piatti, venti storie di vita. Se più
affascinanti le ricette o le narrazioni è questione di punti di vista, nel suo
insieme il libro si pone come un esperimento editoriale di sicuro interesse,
persino come strenna natalizia. Si presenta curato nella veste grafica, ricco
di illustrazioni e corredato da finestre di approfondimento sui Paesi di
provenienza delle ricette, con il testo delle stesse anche in lingua originale.
Il format "Indovina chi viene a cena" nasce dalla Rete Italiana
di Cultura Popolare, importato dall'Associazione Veronetta129 nel 2013. Si tratta di autentiche "cene al
buio", di fatto famiglie di
stranieri invitano famiglie veronesi, native o d'adozione, a casa loro, per un
pasto all'insegna dell'accoglienza e dello scambio culturale e l'Associazione
si occupa di selezionare e abbinare ospiti e ospitanti per garantire la sicurezza
e la varietà delle proposte.
Le autrici hanno
vissuto personalmente l'esperienza di ospitalità, recuperando ricette e storie,
e gli incontri sono diventati una sorta
di viaggio, grazie al cibo che si fa tramite di memoria, curiosità,
conoscenza e si pone come un formidabile strumento di integrazione sociale.
Nell'introduzione si
ricorda infatti come anche la cucina italiana cosiddetta tradizionale sia il
frutto di contaminazioni successive e possa dirsi meticcia. Riconoscere
ingredienti noti nel börek turco
(fagottini ripieni) o nel Koliko Koudo azin he noughagha (patate
dolci fritte e uova in salsa di pomodoro piccante) del Togo, per fare qualche
esempio, funziona da collante nelle relazione. E anche scoprire la varietà
infinita di cibi cinesi, oltre l'involtino primavera, aiuta a superare lo stereotipo che assegna la
superiorità indiscutibile alla nostra cucina rispetto le altre.
Una considerazione
sorge spontanea: questo libro nasce a Verona, città controversa per molti
motivi, talvolta agli onori della cronaca per episodi di violenza. Ebbene, dimostra
l'esistenza di azioni positive che possono essere valide anche in altri
contesti e il libro si prospetta appunto come mediatore di valori e sapori da
conoscere e diffondere.
Ricette migranti,
Elena Guerra, Alice Silvestri, Erica Tessaro, CIERRE edizioni, 2019.
Le autrici sono tra le
promotrici di attività e progetti dell'associazione Veronetta 129.
Elena
Guerra, giornalista, organizzatrice di eventi.
Alice
Silvestri, insegnante di italiano come lingua seconda.
Erica
Tessaro, insegnante ed educatrice
interculturale.
già pubblicato su:
(segue intervista a Elena Guerra)
"Indovina chi viene a cena", il rimando al film è immediato, ma in
questo caso di che cosa si tratta?
È un progetto che l'Associazione Veronetta129
ha importato, per così dire, dalla Rete Italiana di Cultura Popolare, ideatrice del format nel 2011, reso permanente
l'anno successivo. Si tratta di autentiche "cene al buio" che
preparano cittadini di origine straniera invitando persone che si rendono
disponibili a un'esperienza di scambio culturale, a partire dal cibo. La nostra
Associazione è il tramite a cui si indirizzano la richiesta di partecipazione,
un documento di identità, l' eventuale segnalazione di intolleranze alimentari
e il modulo di adesione, scaricabile dalla pagina Facebook del progetto. Gli ospiti non conoscono le persone che li
accoglieranno, né la loro nazionalità, sapranno solo indirizzo e nome il giorno
prima della cena.
Gli abbinamenti hanno dato luogo a qualche problema?
Curo questo progetto dal 2013, con Alice
ed Erica, e posso affermare che ha sempre incontrato molto interesse e favore
da parte dei cittadini veronesi, immigrati e non. Lo constato dalle fotografie
e dai numerosi riscontri che arrivano all'Associazione, sono note anche vere e
proprie amicizie nate in seguito alle cene. Ormai abbiamo organizzato più di
cinquanta incontri, con cadenza mensile, abbiamo trenta famiglie ospitanti di
almeno ventotto nazionalità, posso concludere che soltanto in due occasioni si
siano verificati incidenti culturali di rifiuto. Gli abbinamenti non sono un
problema, piuttosto non è sempre scontato e semplice reperire le famiglie
ospitanti. C'è chi desidera ricevere una
tantum e chi, invece, individua la possibilità di ricavare un esiguo income dall'iniziativa.
Normalmente, come ospiti, si porta un piccolo presente, ma come ci si regola se
non si conosce la famiglia?
Non conoscendo nazionalità e usi della famiglia ospitante, diamo indicazione di
seguire la norma generale, stabilita dalla Rete di Cultura Popolare: recarsi
all'incontro provvisti di una busta chiusa contenente 15€ a persona. È un
contributo minimo che arriva direttamente alle famiglie, senza transitare dalla
nostra Associazione, per garantire la copertura parziale dei costi.
Voi volontarie e curatrici del progetto partecipate alle serate?
Soltanto quando si tratta di famiglie alla prima esperienza di ospitalità.
Preferiamo non interferire, la nostra mediazione avviene prima, come ho
spiegato.
Allora adesso parliamo del libro Ricette Migranti che è nato da
questo progetto, com'è nata l'idea?
L'idea del libro è stata suggerita da un'ospite particolarmente entusiasta che
ha creato la connessione con la casa editrice e noi tre abbiamo collaborato con
le rispettive competenze, Erica per la trascrizione delle ricette, Alice per le
fotografie e io per le storie, perché volevamo realizzare un libro che
restituisse l'umanità degli incontri attraverso i "piatti" della
memoria e del cuore. In particolare, è stata curata la trascrizione delle
ricette anche nella lingua madre degli ospitanti, così da rendere il testo
utile nei corsi di Italiano come lingua seconda. Venti piatti, venti storie di
vita, le narrazioni sono regali che rendono possibile un viaggio in Paesi
diversi in cui rintracciare anche le nostre radici gastronomiche e misurare la
contaminazione feconda che genera e custodisce il cibo.
Mi sembra importante che questo libro, sotto il segno dell'accoglienza e
dell'integrazione, sia nato proprio a Verona, una città complessa e
controversa, come sappiamo.
Il libro nasce a Verona, ma aspira a viaggiare oltre la città perché il
messaggio che vuole veicolare è di apertura al mondo, a partire dalla cucina,
che è meticcia da sempre, incontro e snodo di esperienze e materia prima. E ci
sembrava importante sottolineare, in controtendenza all'immagine della città, la capacità delle e degli abitanti di Verona,
di svariate origini, di saper accogliere ed essere accolti intorno a una tavola
imbandita.
https://www.facebook.com/IndovinaChiVieneACenaVerona/
https://www.facebook.com/veronetta.centoventinove/
https://www.facebook.com/mediorizzonti/
Nessun commento:
Posta un commento