Mobili che scompaiono
nel pavimento o rientrano nelle pareti dopo l'uso, abiti che stabiliscono con
il corpo il giusto grado di protezione da caldo e freddo, cibi sintetici che
riproducono i gusti originali ma si presentano sotto altre forme. Nessun
oggetto. Nessun libro, il loro contenuto è raccolto e riprodotto da un'imponente
ipnobiblioteca. Nessuna emozione e nessuna memoria per i sopravvissuti al "Grande
Disastro", vivono sotto una cupola progettata per salvaguardare la vita
degli umani sulla terra, ma la terra non è più quella che conosciamo nel 2346.
In un libro che induce
un forte senso di spaesamento e affolla domande su domande nella nostra mente,
Nadia Tarantini descrive un futuro apocalittico. Romanzo distopico, Quando
nascesti tu stella lucente, se proprio si desidera incasellarlo in un
genere, in cui la narrazione avviene attraverso gli stessi protagonisti e
mediante brani esplicativi - interludi - che gettano una luce su quanto è
accaduto in passato o sta accadendo, e correggono l'interpretazione di chi
legge o la indirizzano verso una migliore comprensione. Si immagini di essere
in un contesto affollato qualsiasi e ascoltare, nello stesso momento, il dialogo fra i presenti e i loro pensieri
inespressi, senza sovrapposizioni, con punti di vista diversi, obiettivi
diversi, strategie d'azione diverse. L'autrice utilizza questa tecnica
narrativa spiazzante per riprodurre la complessità di un mondo sideralmente lontano da noi quanto a
negazione delle libertà individuali e abitudini di vita. Si pensi alla
gratificazione del ricordo, al suo potere taumaturgico. Si pensi alle emozioni
che colorano e danno spessore alla nostra vita, in positivo o meno. Si pensi
alle speranze, alle passioni. Niente di tutto questo sotto la cupola, ma noi lettori e
lettrici, ci contorciamo e struggiamo perché Tarantini fa risuonare tutte le
nostre corde sensibili, dagli interrogativi sul destino del pianeta alla
finitezza della vita, dall'invecchiamento con i suoi corollari alla separazione mente-corpo,
dall'emarginazione dei diversi all'accoglienza, dal reale al virtuale, dal
bisogno al desiderio.
Il racconto si apre nel
momento in cui i trentenni della prima generazione, dopo il "Grande
Disastro" del 2127, dopo diciassette ibernazioni volte a preservarne
giovinezza e salute, devono compiere la "Scelta". Devono decidere se
il loro cervello possa essere espiantato e posto in un "Cubo" per
garantirgli la vita eterna, oppure accettare la fine della propria vita,
l'invecchiamento e la morte. La "Scelta" deve compiersi, ma
sopraggiungono dubbi, resistenze, conflitti anche tra gli scienziati che
dirigono il "Progetto di salvaguardia della vita". È una ragazza,
Marcela, a guidarci nei meandri di questo universo: corre alla ricerca
di risposte, fa esperienze di memoria, sebbene pilotate, vive la separazione
dal suo compagno, la frustrazione di una maternità negata e prende iniziative
non programmate.
In un quadro disarmante, dove i singoli contano poco o nulla, l'autrice ci regala una speranza legata alle donne, alla loro grande capacità di saldare corpo e mente, di progettare l'impossibile con generosità, salvando emozioni e memorie, e riesce a governare saldamente attenzione e curiosità fino a un finale non scontato.
In un quadro disarmante, dove i singoli contano poco o nulla, l'autrice ci regala una speranza legata alle donne, alla loro grande capacità di saldare corpo e mente, di progettare l'impossibile con generosità, salvando emozioni e memorie, e riesce a governare saldamente attenzione e curiosità fino a un finale non scontato.
Quando nascesti tu
stella lucente, Nadia Tarantini, L'Iguana editrice,
2017.
Nadia Tarantini è stata
giornalista per oltre vent'anni de L'Unità,
si è poi dedicata all'insegnamento e continua la sua attività con corsi e
laboratori nelle scuole e nelle università. Ha pubblicato alcuni libri di
inchiesta, manuali sulla scrittura,tra cui
Laboratorio di scrittura. Come
lavorare nella comunicazione e migliorare il proprio stile, FrancoAngeli,
2004, e un romanzo-saggio sulla salute Il
risveglio del corpo (Iacobelli editore, 2011).
pubblicato su
Nessun commento:
Posta un commento