Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

lunedì 25 novembre 2013

scarpe rosse

Come viene detta la donna dagli uomini?
Quante volte abbiamo ascoltato frasi fatte pensandole assolutamente naturali, tanto siamo avvezze/i a sentirle?
Ma di naturale non c'è nulla nel paragonare le donne agli animali, o a scherzare sui loro difetti fisici,  neanche se le parole si ammantano di quella saggezza/sapienza tipica dei proverbi.
Daria Martelli, nel suo Le parole di ieri sulla donna, propone uno studio di genere svelando la misoginia che impregnava la concezione della donna nella società e nell'ambito domestico, relegandola ad un ruolo subalterno, da cui, purtroppo, non è ancora completamente affrancata.
Il saggio nasce dalle ricerche dell'autrice sulla condizione delle donne nel Cinquecento (si veda, in proposito, Polifonie. Le donne a Venezia nell'età di Moderata Fonte, Daria Martelli,  Cleup, 2011) e dimostra "la tenace persistenza di stereotipi e pregiudizi" che attraversano i secoli, rimanendo pressoché immutati.
Lo stesso alone di tradizione e verità, che circonda la cultura popolare, la mette "al riparo  dalla critica" e la "avvolge di nostalgia", ma la sua radice patriarcale è tale e quale alla più autorevole cultura dotta e ufficiale, entrambe di "carattere androcentrico". Cornice di pensiero in cui viene inserita la donna e in cui ella stessa si riconosce, almeno fino alll'inizio degli anni Settanta del Novecento, quando irrompe sulla scena il pensiero femminista.
Tuttavia, il retaggio del pensiero patriarcale si rintraccia ancora nei luoghi comuni che ricorrono nel linguaggio abituale. Si noti il "carattere sessuato dei proverbi e [...] la loro spiccata propensione all'erotismo" e, di contro, "l'invisibilità del carattere maschile" che crea "il fondamento della loro autorità" così da farli apparire "assoluti e universali". Si veda anche la diversa accezione delle parole, se declinate al maschile o al femminile: una donna è onesta - seria, solo per quanto attiene alle sue prestazioni sessuali, non perché rispetta la legge, come si dice dell'uomo, per cui l'aggettivazione rimanda a correttezza e affidabilità. Anche ambiziosa, per una donna significa occuparsi del suo aspetto e dei suoi abiti, mentre per un uomo si riferisce all'affermazione sociale e professionale.
Sono espressioni contenute in vecchi proverbi che vengono ancora riproposti ai giorni nostri per celia o per disprezzo, sotto il grande cappello protettivo di una tradizione considerata profonda e benevola.
Il testo ci conduce in un territorio in cui congiurano folklore, storia e letteratura per invitare la donna... a fare la calza, rimanersene nel suo cantuccio accanto al focolare, oggi più tecnologico, e permettere all'uomo di amministrare la sua vita e il mondo. Significativa la presenza della doppia morale: repressiva per la donna e permissiva per l'uomo.
Del volume fanno parte utili paratesti: l'elenco delle leggi, dal 1945 al 2011, che hanno una relazione con gli argomenti trattati; una raccolta di proverbi, modi di dire e parole tematiche ed infine una puntuale bibliografia dei testi citati.
Daria Martelli riesce a rimanere lieve, nonostante l'importanza e la gravità del tema, guarda alla storia e al costume e ci regala una lettura coinvolgente che induce ad uno sguardo più responsabile sui cosiddetti luoghi comuni.
Le parole di ieri sulla donna. Una ricerca di genere sulle nostre radici culturali, Daria Martelli, Cleup, 2012.




Come rileva Daria Martelli, le parole sono pericolose nella loro pervasività, perché sono sostenute da concetti, valori, credenze.
Possono rappresentare "una forma di violenza morale e simbolica e istigano alla violenza fisica". Dobbiamo ricordarlo e riflettere perché anche le parole sono responsabili delle 2220 vittime, in Italia, tra il 2000 e il 2012, per il 70% in ambiente domestico e affettivo*.
Tutte donne.
Si muore per mano del marito, dell'amante, dell'ex-partner , che non vuole riconoscere alla donna l'autonomia di scegliere un percorso che lo escluda.
Si muore massacrate per mano di qualcuno che si pensava di amare.

Giornata Internazionale contro il Femminicidio
25 novembre 2013

nella speranza che altre scarpe rosse come il sangue NON si aggiungano a quelle che qualcuno ha fermato sulla strada della vita.





* fonteLa Repubblica, 24 novembre 2013.







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