Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

martedì 14 maggio 2013

Son tutte belle le mamme del mondo

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diceva una celebre canzone degli anni Cinquanta, di Umberto Bertini, adesso si rivela interessante e attuale (solo) questo verso perché il testo rispecchia quella mistica dell'amore materno messa in discussione dal movimento femminista.
Invece i titoli che seguono prevedono (almeno) la scelta della donna, riguardo il suo progetto esistenziale, declinata secondo i sentimenti, le opportunità, i conflitti che la vita pone.
Comincio con il già citato (nel post La questione cibo) Madre de-genere. La maternità tra scelta, desiderio e destino, perché fondante, autorevole e adeguato al tema; presenta voci femminili provenienti da diversi ambiti di studio e pone la questione della maternità nelle molteplici raffigurazioni offerte dall'arte, dalla filosofia, dalla storia, dal cinema, dalla letteratura contemporanea, dalla pubblicità. Un testo da cui partire e a cui tornare, per approfondire o semplicemente per il gusto di rileggere.
Ironico e lieve il diario Nonsolomamma, di Claudia De Lillo. Giornalista e madre di (allora) due bambini (adesso tre),  interpreta le difficoltà quotidiane con la metafora della donna elastica, che arriva a tutto, però a prezzo di continui aggiustamenti sui tempi e sulle priorità della sua vita.    
Completamente diversa la lettura che impone Figlie e madri, dove sedici autrici  raccontano un rapporto quasi sempre problematico e la narrazione, talvolta, appare di insopportabile crudezza.  Fra i nomi compaiono Isabel Allende, Margaret Atwood, Alice Walker, Edna O'Brien. Un libro da accostare con impegno e da sostenersi con una precisa motivazione di genere, importante ma non rassicurante.
Di mamma ce n'è più d'una, ci ricorda (la fantastica) Loredana Lipperini, ma i modelli sembrano essere solo due, perché "davanti ad una madre che lamenta stanchezza o inadeguatezza, ne arriverà sempre un'altra che sentenzierà: - se non voleva sacrificarsi, poteva evitare di fare figli -. Nell'ampia trattazione di Lipperini molti i temi analizzati, tra cui la retorica del sacrificio e il suo contraltare, l'Ipermadre; l'uso del dolore del parto come strumento di controllo sulla donna; la scelta dell'allattamento prolungato e la colpevolizzazione di quante non allattano. Un ritratto a tinte forti della realtà del nostro e di altri Paesi, dove la teoria dell'attaccamento materno viene veicolata come assolutamente naturale e non anche  prodotto culturale, così da giustificare la specializzazione del lavoro femminile e l'identificazione assoluta fra donna e madre. Un'idea che non esclude, purtroppo, "solitudine e accanimento" intorno alle madri e la donna che non ha figli rimane quella che, per motivi vari, "non è capace". Domanda: una donna può essere "persona" o può essere definita tale solo  come "madre"? E cosa ne è dei padri, si chiede l'autrice, perché anche i padri vogliono cambiare, ma non è semplice neppure per loro veder accettate le richieste di riduzione d'orario per dedicarsi ai figli. Insomma, conclude Lipperini, le madri "dovrebbero scendere dall'altare dove sono state poste, ma dove ancora più sovente si pongono. Forse il patriarca non esiste più, ma la matrona non è mai scomparsa". La strada per distanziarsi dalle ingabbianti figure parentali va percorsa insieme, in un mondo che non prevede più una sola modalità genitoriale, bensì  famiglie adottive, coppie omosessuali, famiglie allargate.
Sull'influenza che ha avuto la religione cristiana cattolica nel definire il ruolo della donna si vedano, seppure diversi tra loro, Ave Mary. E la Chiesa inventò la donna e In nome della madre. Nel primo, si mette in evidenza come la Chiesa abbia avuto bisogno, per la diffusione capillare della sua dottrina,, di un'autorità paterna e l'abbia assolutizzata nel ruolo pontificale di Pietro e di una figura accogliente e contemplativa, individuata nel ruolo di Maria.
Nel secondo, troviamo la poetica della maternità di Maria, narrata da sé medesima, giovane ragazza madre. Un'opera di fantasia che trae spunto da riferimenti storici e geografici autentici.
Mia madre, di Doris Lessing, è la lucida e sofferta analisi di un rapporto conflittuale irrisolto. Se prevale sopra ogni cosa il desiderio di indipendenza dai genitori,  anche quando provoca un allontanamento inutile e doloroso per loro, il distacco fra le parti è leggibile in termini di indifferenza, ostilità,  inutilità. Una piccola gemma, questo libro, da leggere e rileggere, purtroppo quasi introvabile.
Imponente nelle sue cinquecentoundici pagine il volume di Angelika Schrobsdorff, scrittrice notissima e molto apprezzata in Germania. Nel suo Tu non sei come le altre madri, la storia di Else, madre trasgressiva che attraversa il suo tempo seguendo passioni travolgenti, incredula di fronte alla tragedia nazista, esule, prima abbiente e poi povera, a suo modo protettiva e amorevole nei confronti dei figli. Un ritratto preciso e impietoso di una donna indimenticabile.
Nei detti familiari di Non vi lascerò orfani, l'eco di quel Lessico famigliare, di Natalia Ginzburg, però senza l'autarchia della dittatura fascista, ambientato nei già più opulenti anni Sessanta.  L'autrice commuove e diverte quando  riesce ad anestetizzare il dolore della perdita della madre e  farne occasione per ricordare la vita, nei piccoli dettagli quotidiani e nelle grandi questioni. Fa emergere "tutto l'amore che chi se ne va ci ha dato", perché "quello che non abbiamo dato pesa più di qualunque cosa possiamo aver perso".
Sono tanti altri i titoli sul tema in cui mi sono imbattuta, e l'elenco potrebbe continuare ma, per evitare la noia a chi legge, mi limiterò a fare cenno di alcuni nella bibliografia. 





Madre de-genere. La maternità tra scelta, desiderio e destino, a cura di Saveria Chemotti, Il Poligrafo, 2009.
Nonsolomamma, Claudia De Lillo, TEA, 2008.
Figlie e madri, a cura di Joyce Carol Oates e Janet Berliner (Snapshot: 20th Century Mother-Daughter Fiction, traduz. non indicata), Marco Tropea Editore, 2003.
Di mamma ce n'è più d'una, Loredana Lipperini, Feltrinelli, 2013.
Ave Mary. E la Chiesa inventò la donna, Michela Murgia, Einaudi, 2011.
In nome della madre, Erri De Luca, Feltrinelli, 2006.
Mia madre, Doris Lessing (Impertinent Daughters. My Mother's Life, traduz. di Paola Mazzarelli), Bollati Boringhieri, 1988.
Tu non sei come le altre madri, Angelika Schrobsdorff (Die bist nicht so wie andre Mutter, traduz. di Monica Pesetti), Edizioni e/o, 2011.
Non vi lascerò orfani, Daria Bignardi, Mondadori, 2009.
Lettere alla madre, Charles Baudelaire (a cura di Cosimo Oresta, traduz. non indicata), Arnoldo Mondadori Editore, 1994.

per bimbe/i:

da piccole/i  a grandi!
Viva la mamma, Edoardo Bennato, illustrazioni di Cecco Mariniello (libro + CD),Gallucci, 2009.

dai 5/6 anni:
Tutta sua madre, Roddy Doyle (Her mother face, traduz. di Monica Romanò), illustrazioni di Freya Blackwood, Salani, 2013.








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