La morte è bandita dai nostri discorsi, è l'ultimo tabù che ci rimane. Non se ne parla, quasi fossimo immortali.
Si muore prevalentemente nell'atmosfera asettica degli ospedali e le spoglie vengono presto rimosse per non turbare i vivi. Ma, nell'approccio medico, manca il calore della stretta di mano, la carezza di accompagnamento alla soglia senza ritorno.
Quando una persona cara ci lascia, si avverte la sua mancanza come un vuoto incolmabile, che si serra in un nodo in gola e costringe alle lacrime o le ingoia in un sorso gelido.
Perché la morte, ancorché negata o sminuita, ci pone domande di senso, mentre silenzia le parole per dire, urlare lo sgomento, la rabbia e l'impotenza di fronte alla nostra finitudine.
Se riflettiamo, manca nel nostro apparato educativo l'allenamento a fronteggiare il dolore della perdita.
Anche i bambini hanno diritto di sapere, ma non è un diritto riconosciuto perché non vengono considerati interlocutori validi e necessari, con la conseguenza di negare loro la comprensione della vita dei "grandi".
Quanti pensano di proteggere i piccoli tacendo sulla morte dei propri cari o deviando il discorso e inventando improbabili viaggi, dovrebbero almeno lasciarsi tangere dal dubbio di crescere individui fragili.
Infatti, non siamo adulti resilienti se non riusciamo a resistere alle avversità adattandoci creativamente, riconoscendo le nostre fragilità senza diventarne vittime.
Infatti, non siamo adulti resilienti se non riusciamo a resistere alle avversità adattandoci creativamente, riconoscendo le nostre fragilità senza diventarne vittime.
Ecco perché i libri che propongo oggi parlano della morte o ne fanno cenno.
Se inserita in un piano narrativo, la si può incontrare cogliendone la complessità, oltre il disagio personale, verso una condivisione che
Se inserita in un piano narrativo, la si può incontrare cogliendone la complessità, oltre il disagio personale, verso una condivisione che
permetta di attraversarne il dolore.
Così è la vita. Imparare a dirsi addio, Concita De Gregorio, Einaudi, 2011.
Fai bei sogni, Massimo Gramellini, Longanesi, 2012.
Accabadora, Michela Murgia, Einaudi, 2009.
per bimbe/i, oltre i 9 anni:
Mio nonno era un ciliegio, Angela Nanetti, illustraz. di Anna & Elena Balbusso, Einaudi, 1998.
Se è una bambina, Beatrice Masini, Rizzoli, 1998.
In loving memory of Franco, my dearest brother
Bellissimo post Laura, sei riuscita ad affrontare con delicatezza una tematica che tocca l'anima nel profondo...
RispondiEliminaGrazie anche perchè, nei tuoi consigli di lettura, non dimentichi anche i piccoli lettori.
Manuela
ciao Manuela, i piccoli sono il futuro del mondo, anche se si chiude sopra di noi perché finisce il nostro tempo. Mi piace ricordarlo, quando posso.
RispondiEliminaGrazie a te, per la tua attenzione.
L
cara Laura, ho apprezzato molto il tuo accenno ai più piccoli perchè ritengo che a modo loro si accorgano eccome che "qualcosa è cambiato" e che in famiglia aleggia un velo di tristezza di cui non comprendono la ragione.
RispondiEliminaCerto, l'argomento è alquanto delicato e difficile da affrontare perchè non si conoscono le possibili reazioni e si teme di procurare ansie e preoccupazioni quando invece sarebbe tanto facile evitare l'argomento.
Nella sezione piccoli della biblioteca ci siamo imbattuti per caso nel libro "Il ranocchio e il merlo" di Max Velthuijs (edizione mondadori) che secondo me è perfetto sia per avvicinare i più piccoli al tema della morte che fa parte della vita, sia per spiegare ai grandi che i piccoli sono propensi ad accettare le regole della vita quando vengono loro spiegate: la storia racconta di un simpatico ranocchio che si imbatte per caso in un merlo immobile e quindi coinvolge tutti i suoi amici per capire cosa stia succedendo; sono tutti preoccupati finchè la lepre spiega a tutti che il merlo si è addormentato per sempre e ora loro devono cercare al posto migliore per seppellirlo e ricordarlo; una volta conclusa la spontanea cerimonia dell’addio, sulla via del ritorno i personaggi si trovano in un bellissimo prato e felici si mettono a rincorrersi e a giocare mentre sentono il canto di un altro merlo che sta preparando il nido.
Stefania
grazie per la tua segnalazione, Stefania, mi hai incuriosita e andrò anch'io in biblioteca a cercare Il ranocchio e il merlo. C'è un altro titolo, adatto per bimbe/i dai 3 agli 8 anni (sappiamo che l'età è un parametro abbastanza sfumato)ed è I pani d'oro della vecchina. L'ho letto a post ormai scritto, ma lo inserisco volentieri adesso. Puoi trovare ottime recensioni a questo libro di Annamaria Gozzi, illustrato da Violeta Lopiz, su biblioragazziletture.wordpress.com e anche su quiapaginadodici.blogspot.com
EliminaIl primo è un sito specializzato in letture per l'infanzie e per giovani adulti, il secondo è il blog di una molto dinamica libreria indipendente di Verona.
Buone letture
L