Sempre, in estate, c'è voglia di vacanze e anche quest'anno, nonostante le limitazioni negli spostamenti, da fase 2 Covid19, si favoleggia di mare, montagna e viaggi nel nostro Paese o non troppo lontano. E, come sempre, anche la selezione dei libri offerti dalle case editrici si adegua a una maggiore leggerezza.
Un romanzo che è saldamente in classifica tra i più
venduti da diverse settimane è Cambiare
l'acqua ai fiori di Valérie Perrin. Ha tutte le caratteristiche di
leggibilità che si richiede a un libro da portarsi in spiaggia, su una panchina
al fresco o in viaggio. L'autrice, già fotografa di scena del marito, il
regista Claude Lelouche, ha costruito una
storia che, nonostante tocchi la sofferenza dell'abbandono infantile,
dell'infelicità coniugale e della morte, riesce ad attrarre chi legge dalla
prima all'ultima riga e non risulta mai greve nei toni. Tuttavia, per muoverle una
critica, si può osservare che il finale è scontato, così come appare
ingenuamente semplificato il corso degli
eventi e lo sviluppo delle relazioni fra i vari personaggi.
Ambientato in Francia, racconta le vicende di una ragazza
cresciuta in orfanatrofio, con un'adolescenza gestita dai servizi sociali, che
pensa di trovare un ancoraggio alla sua vita in un bellimbusto dai modi spavaldi.
Il tipo si rivela presto nullafacente ed egoista, ma il lavoro di Violette,
prima a un passaggio a livello, con turni massacranti, poi come custode di un
cimitero, e soprattutto l'amore per la figlia, l'aiutano a trovare la
motivazione per affrontare le avversità, ogni singolo giorno.
Vive nella casetta al margine del cimitero, accudisce le
tombe, per così dire, le libera dalle erbacce, rimuove i fiori appassiti, ne
coltiva di suoi, apre la sua casa a chi vuole parlare e sfogarsi dei propri
problemi, non nega a nessuno una tazza di tè e una compagnia attenta. Tiene un
registro delle sepolture, in cui annota le date, i nomi dei defunti e trascrive i discorsi
di saluto, pronta a scriverne di suoi, su richiesta dei parenti. Ma il
destino sembra accanirsi su di lei togliendole finanche l'affetto più caro e
Violette reagisce con una pena profonda che l'accompagnerà sempre. All'apparenza austera, serba invece una vitalità segreta che
rivela solo agli amici e conoscenti più cari. La sua vita si basa su un ordine
stagionale, lo stesso che accompagna la produzione del suo orto e del suo
giardino. E poi arriva una persona a scompigliare il suo equilibrio, rivelandole
aspetti del passato che credeva archiviati nella mente e nel cuore.
La
protagonista, Violette, è di quelle che non si scordano per come l'autrice ha
saputo magicamente tratteggiarne la resilienza e bontà senza eguali. È questo
un romanzo che trova estimatori ed estimatrici tra le persone con i gusti più
differenti quanto a letture, forse perché tocca temi cari ai più e propone un
approccio positivo ai problemi e alla vita stessa.
In fondo, di questi tempi, più o meno tutti "sembra" che avvertano il
bisogno di credere nella bellezza e nella bontà.
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