Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

martedì 26 marzo 2019

I nomi epiceni




La solita Amélie Nothomb, nel senso che non è una scrittrice per tutti, o piace o non piace. Spiazzante, creativa, costruisce trame inconsuete e imprevedibili, a me piace.
Anche con questo I nomi epiceni scompiglia le carte, sorprende e appaga. Un ragazzo e una ragazza, un rifiuto inaccettabile che dà l'avvio a una vendetta nel tempo, senza fine, in un crescendo di cattiverie a danno di terzi. Ma che sapore ha la vendetta?  Non è  faticosa? E se si ritorce contro chi la pratica?
Claude, Reine, Dominique, Épicène, un solo uomo e tre donne, con vari ruoli. Un gioco linguistico sui nomi sia femminili che maschili, metafora della vicenda che si sviluppa a ricalco di scelte, posizione sociale, successo, e persino di luoghi. La seduzione passa attraverso champagne e profumo Chanel, ma è una trappola, e fin troppo facilmente funziona. Funziona tutto, un disegno perfetto, un piano studiatissimo, fino alla fine, fino all'imprevedibile, preparato, forse desiderato, da un cedimento sentimentale.
Ho raccontato tutto, anche se in forma di rebus, buona lettura.

I nomi epiceni, Amélie Nothomb, traduz. di Isabella Mattazzi, Voland, 2019.



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