Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

martedì 19 giugno 2018

La magnifica Jane









Questo titolo azzeccatissimo non è mio, si trova nel numero 123/2017 della rivista Leggendaria, diretta da Anna Maria Crispino, uscito in occasione del bicentenario della morte di Jane Austen (Steventon 1775, Winchester 1817). Occasione che ha riacceso un faro sulla sua opera anche se Jane è quasi un'icona pop, grazie alle riduzioni cinematografiche e televisive dei suoi romanzi, al fiorente mercato dei gadget e agli innumerevoli siti, associazioni e club a lei dedicati. Eppure, tra critici e lettori, c'è ancora chi pensa sia una scrittrice "delle piccole cose", una che scrive solo di balli e matrimoni, insomma un'autrice chick-lit.
Diamo pure la responsabilità alle traduzioni, quella di Caprin, del 1932, con i nomi tutti italianizzati, è da evitare accuratamente, almeno per i giovanissimi! Ma ormai ne esistono così tante e così diverse che si potrebbe scegliere, in una libreria o biblioteca ben fornita, quella che più ci aggrada e nel sito di JASIT (Jane Austen Society of Italy) www.jasit.it si può trovare una miniera di informazioni al riguardo e persino un'analisi comparata di alcune traduzioni, ad opera di Giuseppe Ierolli.
Sgombriamo perciò il campo da questa obiezione, che cosa ci impedisce o ci frena dal leggerla? Personalmente nulla, mi pare ovvio, ma capisco che un'autrice tra Settecento e Ottocento possa sembrare una lettura semmai scolastica, ma non adatta all'estate, al tempo libero, a un fine settimana e così via. Invece no, la modernità di JA sta nella freschezza dei suoi dialoghi, nelle battute argute e, soprattutto, nella sua capacità di dire e non dire, di alludere. A cosa? Ai problemi della società, ai rapporti familiari, alla vita di coppia, alla condizione della donna. JA femminista? Questa diatriba mi ha stancata, non mi interessa etichettarla secondo parametri da gender studies, mi basta sapere che rivendicava il diritto di parola, seppure in punta di penna, in un momento storico in cui l'individualismo si affermava ovunque, ma non si riconosceva alcun diritto alle donne. E lei parlava di denaro, senza filtri, di povertà, di matrimonio come unica ratio per evitare lo spettro dello zitellaggio, ironizzava su contegno e buone maniere come unico stile per le donne di porsi in società, non mostrando intelligenza e arguzia, o gli uomini si sarebbero spaventati. La sua personaggia più ribelle è proprio Elisabeth, che fa innamorare di sé Darcy non per la sua bellezza o per i modi eleganti, ma per la sua intelligenza.  E le altre? Si può ricordare Emma, che non pensa affatto al matrimonio e che poi riesce persino a ribaltare la consuetudine dello spostamento tradizionale, dalla casa paterna a quella del marito, facendo abitare il marito nella "sua" casa, non volendo lasciare l'affezionatissimo padre.
Un'altra obiezione deriva dal pregiudizio (appunto!) secondo cui JA sarebbe di ristrette vedute, perché le storie si svolgono sempre in campagna, coinvolgono due o tre famiglie, un curato, un certo numero di ragazze e di giovanotti, tutti più o meno della stessa classe sociale, anche se con patrimoni differenti, semmai le differenze di rango aggiungono pepe alla trama. E questo cos'ha a che fare con la società dei nostri giorni, con i problemi di lavoro, migranza e altro? Nulla, direi. Ma la bellezza e il godimento puro di leggere questa autrice ci viene dai dialoghi, certo non dall'analisi della società, che pure c'è ma non è l'attuale, e cesellata con uno stile parodico, non compreso da una lettura letterale e superficiale. Quella stessa lettura che l'ha intrappolata nell'immagine della "cara vecchia zia", stigmatizzata da  suo nipote nel famoso Memoir, dato alle stampe nel 1870, con buona pace della famiglia, a partire dalla famigerata sorella Cassandra, che distrusse gran parte delle sue lettere dopo la morte di Jane. Ma non ha distrutto le opere giovanili e proprio quelle, sempre trascurate dai critici, sono ora oggetto di attenzione perché contengono in nuce tutte le chiavi per cogliere la complessità della scrittura di Jane, sotto la vernice brillante che cattura e ammalia a una prima lettura. Grazie agli studi austeniani, cominciati in Italia sotto la guida di Beatrice Battaglia, all'Università di Bologna, riusciamo faticosamente a liberarci dallo stereotipo in cui è stata cacciata l'autrice, grazie anche alle quattro paginette che l'anglista Mario Praz le dedicò parlando della sua "scrittura notarile".
Alterne vicende della critica, e non solo nel nostro Paese. Fortunatamente, lettrici e lettori possono anche ignorarle e accostarsi ai suoi testi per il puro piacere di leggere.
Buona lettura con Jane Austen.



pubblicato su

(segue una bibliografia molto, ma molto personale)
Di Jane Austen non si possono ignorare i sei romanzi canonici:
Orgoglio e Pregiudizio (Pride and Prejudice)
Ragione e Sentimento (Sense and Sensibility)
L'Abbazia di Northanger (Northanger Abbey)
Mansfield Park
Emma
Persuasione (Persuasion)
Ognuno ha le sue preferenze, le mie fluttuano a seconda dei periodi di lettura e rilettura.

Le opere giovanili adesso sono disponibili in raccolta completa, con uno scritto di Virginia Woolf e una prefazione di Beatrice Battaglia:
Juvenilia, Rogas Edizioni, 2017.
Alcuni titoli delle opere giovanili sono reperibili anche nei tipi de La Vita Felice, come libretti singoli, con testo inglese a fronte.
Ricordo di Jane Austen (A Memoir of Jane Austen), James Edward Austen-Leigh, traduzione di Bruna Cordati, Edigeo, 2017 (ne esistono svariare altre edizioni; nonostante i limiti di cui ho detto prima,  è pur sempre un libro importante che ha segnato la svolta nella popolarità di JA, prima d'allora era letta in circoli ristretti di letterati, dopo ne furono stampate copie anche in veste economica e fu tradotta all'estero, in Europa e nel Nord America, ma non in Italia, naturalmente!).


Tralascio le opere incomplete.
Testi di critica:
La zitella innamorata. Parodia e ironia nei romanzi di Jane Austen, Beatrice Battaglia, Liguori Editore, 2009 (la prima edizione è introvabile, Longo, 1983; testo fondamentale, imprescindibile, ma può presentare qualche difficoltà di lettura perché ampi brani di citazione non sono tradotti in italiano).
Nel cuore di Jane. Ri-leggendo Persuasion, Beatrice Battaglia, Liguori, 2018 (la rilettura dell'ultimo romanzo di Austen, forse quello più moderno, una protagonista non più giovanissima e il sentimento d'amore trattato come non mai, chissà se l'autrice avrebbe continuato a scrivere in questo solco?).
Sei romanzi perfetti, Liliana Rampello, il Saggiatore, 2014. (più semplice del testo di Battaglia, con alcune tesi simili e interessanti nuove prospettive).
La strategia del silenzio. Le ultime eroine di Jane Austen, Alessandra Quattrocchi, iacobellieditore, 2017 (agile saggio, molto interessante, prende in esame Anna, Emma, Fanny Price, Jane Fairfax e altre personagge, per un'interpretazione di protagoniste e comprimarie che sembrano fragili solo in apparenza).
Leggendaria 123/2017, La magnifica Jane, rivista bimestrale diretta da Anna Maria Crispino.

E, se volete divertirvi o irritarvi:
La letteratura inglese dai romantici al Novecento, Mario Praz, Biblioteca Universale Rizzoli, 1992 (la prima edizione del 1975 era delle Edizioni Accademia, Milano; ho già detto cosa penso di queste pagine e del peso negativo che hanno avuto sull'immagine di JA, quando era già inserita a pieno titolo fra i grandi autori del canone occidentale fin dal 1923, grazie alla raccolta curata da R.W.Chapman, era letta e amata da autori come Walter Scott, e Virginia Woolf disse di lei :"La più perfetta tra le scrittrici").


Intorno a Jane Austen
I Janeites. Il club di Jane Austen (The Janeites), Rudyard Kipling, elliot, 2017 (un racconto che Kipling, grande estimatore di JA, pubblicò nel 1924 sulla rivista The Story Teller, scritto dopo la perdita del figlio, in guerra, racconta di un gruppo di commilitoni che, sotto le granate, in trincea, si riparano dagli orrori della guerra leggendo le opere di Austen. La prefazione del volumetto chiarisce anche l'origine del termine janeite in cui si identificano gli appassionati lettori di JA).
Jane Austen. I luoghi e gli amici (Jane Austen. Her Homes and Her Friends), Constance Hill, illustraz. di Ellen G. Hill, Jo March, 2013 (la prima edizione è del 1902, due sorelle, Constance ed Ellen, riperrono i luoghi austeniani, cercando le tracce delle case in cui nacque, abitò, scrisse e soggiornò JA, fino alla casa dove la colse la morte, a Winchester. Un libro delizioso, scritto da due appassionate janeite, all'inizio del '900, quando ancora imperversava l'immagine vittoriana di Jane, tradotto ora magistralmente da Silvia Ogier, Mara Barbuni, Giuseppe Ierolli e Gabriella Parisi).
Tea With Jane Austen, Kim Wilson, Frances Lincoln Limited Publishers, 2004 (non ancora tradotto in italiano, questo patinato libro, corredato da numerose immagini, presenta la dimensione domestica di Jane, a cui era affidata la cerimonia del tè e la custodia delle preziose foglioline e dello zucchero, in un tempo in cui erano beni per pochi; racconta anche dei suoi frequenti viaggi a Londra per acquistarlo, da Twinings e dei riferimenti al tè sorseggiato nei suoi romanzi).
Niente donne perfette. Lettere di profonda superficialità, traduz. e cura di  Eusebio Trabucchi, L'Orma Editore, 2016 (una scelta limitata dalle peraltro poche lettere rimaste di Jane Austen e tuttavia interessante e godibilissima; per la raccolta completa di lettere si veda il già citato sito di JASIT).
Una verità universalmente riconosciuta...Scrittrici per Jane Austen, a cura di Liliana Rampello, Astoria, 2017 (sei scrittrici riscrivono, con esiti differenti, a mio parere, i sei romanzi canonici, Stefania Bertola, Ginevra Bompiani, Beatrice Masini, Rossella Milone, Bianca Pitzorno, Lidia Ravera; operazione editoriale legata al bicentenario della morte dell'autrice, forse non se ne sentiva la necessità).
Lizzy Bennet's Diary, Marcia Williams, Walker Books Ltd, 2013 (non conosco l'edizione italiana, se esiste, di questo piacevolissimo diario di Elisabeth Bennet, inventato ma ispirato fedelmente a Orgoglio e Pregiudizio, con illustrazioni deliziose, ma rimane un prodotto presentabile ai giovani lettori solo se padroneggiano la lingua inglese).
Ragione e sentimento, Stefania Bertola, Einaudi, 2016 (la riscrittura di Sense and Sensibility in salsa torinese, con il brio e lo humour tipici di questa autrice, molto divertente).
unteconjaneausten.com (un sito ricco, ricchissimo di materiale austeniano, curato da Silvia Ogier).


Esistono poi parodie delle opere, film e serie televisive, di cui ho detto, prequel e sequel dei romanzi, ma devo fermarmi, i miei detrattori, che mi rimproverano sovente per la lunghezza dei post, mi hanno già abbandonata diverse righe fa, non vorrei lo faceste anche voi.
Ancora buona lettura!





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