Maiorca, definita comunemente "la
perla del Mediterraneo", ideale come località in cui svernare o
trascorrere una vacanza in tutta comodità non era esattamente tale nel 1838,
quando George Sand la scelse per un soggiorno con i due figli e l'amico Fryderyk
Chopin. Ne racconta nel suo Un inverno a Maiorca, recentemente
pubblicato, per la prima volta in italiano, da L'Iguana editrice, con una traduzione
accurata e corredato di una postfazione, a cura di Cinzia Bigliosi, che posiziona il testo nella vita
dell'autrice.
Chiacchierata, la scrittrice George
Sand, nom de plume di Amandine Lucie Aurore
Dupin, era separata dal marito ed ebbe amanti famosi come De Musset e, appunto,
Chopin. Autrice prolifica che vede, ai giorni nostri, piuttosto dimenticate le sue
opere, anche se viene ancora indagata la sua vita per l'anticonformismo che la
distinse, come il vezzo di vestire da uomo e fumare sigari e per il suo
occuparsi di politica, territorio esclusivamente maschile a quel tempo,
accarezzando un raffinato ideale socialismo.
A tratti didascalico, come una vera
e propria guida di viaggio, Un inverno a
Maiorca si presenta infarcito di osservazioni personali sugli abitanti, i
Maiorchini, poco avvezzi ai turisti e accoglienti solo a parole. Un vero e
proprio trattato che spazia dalla natura del paesaggio alle bellezze
architettoniche del luogo, ma a renderlo interessante e guadagnargli un posto
di rilievo nella letteratura odeporica sono le notazioni che rivelano di Sand
uno spiccato senso di adattamento e il gusto dell'avventura, non meno di quello
della scrittura. L'autrice vorrebbe mantenere il suo racconto su un piano
impersonale, ma ammette che l'«-io e noi- è la -soggettività-
fortuita senza la quale -l'oggettività- maiorchina non si sarebbe affatto rivelata».
Era partita apparentemente nel
desiderio di far cambiare aria al figlio e, nel contempo, assicurare a lui e
alla figlia, continuità negli studi, perciò portandosi appresso libri e
quant'altro. Al viaggio si era aggregato Chopin, ma il soggiorno nell'isola
risultò assai gravoso per lui, e nondimeno per loro, a causa della sua malattia
e della mancanza di cure adeguate, irreperibili a Maiorca.
L'isola era spazzata dai venti,
con una temperatura variabile ma tendenzialmente bassa, senza «una
sola strada, un solo sentiero praticabile»
che le conferiva «un'aria di abbandono»
e si può immaginare quale sia stato il problema di farvi pervenire un
pianoforte, indispensabile a Chopin per comporre quei Preludi che, da soli, bastano
a decretarne la grandezza. A Palma bisognava «essere raccomandati e
presentati a venti delle persone più autorevoli, e attendere parecchi mesi per
sperare di non dormire in aperta campagna».
Trovarono perciò con difficoltà una sistemazione abitativa, adattandosi a
vivere senza i mobili e gli accessori a cui erano abituati e trasferendosi poi
in una «pittoresca
certosa» da cui si
dominava il mare. Un luogo «immenso»
dove «c'è
tutto e l'arte non può aggiungervi niente».
Nonostante le stranezze degli abitanti
e gli infiniti problemi legati alla carenza di cibo e alla salute di Chopin,
Sand sarebbe stata propensa a trattenersi sull'isola che considerava una sorta
di buen retiro perché «la
Svizzera e il Tirolo non hanno avuto per me questo aspetto di creazione libera
e primitiva che mi ha tanto incantato a Maiorca».
Un atteggiamento conseguente alla sua motivazione a quel particolare viaggio che
rispondeva a «un bisogno di riposo»
in un luogo «silenzioso,
isolato, dove non avrei biglietti da scrivere, né giornali da scorrere, né
visite da ricevere».
Il libro si dilunga in modo
interessante anche sui problemi economici dell'isola e sul loro risvolto nel
carattere degli abitanti, ma è altrettanto prezioso per le osservazioni
dell'autrice sulla natura intrinseca del viaggio, sulla spinta ad abbandonarsi
a «questo piacere dispendioso, faticoso, talvolta rischioso e sempre
disseminato di innumerevoli delusioni». Per sé, George Sand ammette che «di tutti gli
aspetti che assume l'ideale (o, se questa parola vi infastidisce, il sentimento
del "meglio"), il viaggio è uno dei più divertenti e dei più fallaci». E ancora «Non si tratta tanto di
viaggiare quanto di partire: chi di noi non ha un dolore da cui distrarsi o un
giogo di cui sbarazzarsi?»Un inverno a Maiorca, George Sand, L'Iguana Editrice,
https://cartesensibili.wordpress.com/2017/04/28/lauradeilibri-laura-bertolotti-un-inverno-a-maiorca/
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