Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

giovedì 13 ottobre 2016

Piccolissimo me



Un punto di vista dal basso, non solo perché è un bambino che narra, ma perché è un bambino piccolo, nel senso di basso, ed è una prospettiva da cui non può prescindere perché gliela ricordano continuamente le persone, le situazioni e gli oggetti che lo circondano.
Gigliola Alvisi, con una genesi lunga più di un anno, ha prodotto una scrittura fresca, accattivante e piena di trovate come, ad esempio, il medico endocrinologo che diventa il bassologo agli occhi di Michelangelo, il piccolo, anzi piccolissimo protagonista. Insieme alla statura, lo aspetta anche l'arduo compito di gestire un nome impegnativo, Michelangelo Silva de Olivera perché «le disgrazie non vengono mai sole». Del resto è figlio di due giganti pallavolisti, conosciutisi ai giochi olimpici di Atene, che non sanno proprio capacitarsi di questo loro bimbo minuscolo, preferiscono ignorare il problema e, così facendo, gli danno la sensazione di ignorare anche lui.
Però Michelangelo ha la sua scappatoia affettiva: andare in vacanza dai nonni. Infatti, ogni giorno deve confrontarsi con compagni e compagne più alte di lui e persino con le loro mamme, che parlano disinvoltamente di percentili di crescita mentre lui sa di essere praticamente «fuori dal grafico». Ma nell'agriturismo dei nonni, in Toscana,  «in mezzo al niente» si sente finalmente «al sicuro». Sembra di udire la sua voce, con la sua inespressa domanda di aiuto che si infrange contro il muro di difesa eretto dai suoi genitori, incapaci di accogliere la diversità del loro bambino. Invece i nonni, nel loro distacco generazionale, vedono con maggiore chiarezza la gravità del problema e trattano il nipote per quello che è, limiti compresi.
Ma non è tutto, il libro si apre a sviluppi inattesi e inchioda alla lettura perché arriva come ospite un'eccentrica miliardaria, tale Bianca Black, bassina a dir poco anche lei e con il vezzo di indossare incredibili cappelli, vere e proprie mastodontiche architetture a tema. Michelangelo resta senza parole. E qui l'autrice tesse un filo sottile fra Michelangelo e la signora, imbastendo un rapporto foriero di opportunità positive per entrambi. Ne risulta una storia credibile, sostenuta da illustrazioni in un bianco e nero molto narrativo e aderente al testo.
Un romanzo leggibile e fruibile in classe perché vi si indaga il limite della cosiddetta normalità e come questa possa essere letta in tanti modi. Per i bambini e i genitori che non hanno la fortuna di incontrare un angelo inaspettato come Miss Black, Gigliola Alvisi fa conoscere l'operato di A.Fa.D.O.C. onlus (Associazione Famiglie di Soggetti con Deficit dell'Ormone della Crescita ed altre Patologie), promuovendo, con Cinzia Sacchetti, presidente dell'associazione, il Tour della Tenerezza: un viaggio negli ospedali italiani. 
Gigliola Alvisi ha scritto altre opere per ragazzi e ragazze, tra cui Ilaria Alpi. La ragazza che voleva raccontare l'inferno (Rizzoli, 2014) e Giacomo Matteotti. Una morte annunciata (In Edibus, 2014). Con questo romanzo ha vinto il Premio Letterario Il Battello a Vapore 2015.


Piccolissimo me, Gigliola Alvisi, Piemme, 2016.

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