Un punto di vista dal basso, non solo perché è un bambino che narra, ma perché è un bambino piccolo, nel senso di basso, ed è una prospettiva da cui non può prescindere perché gliela ricordano continuamente le persone, le situazioni e gli oggetti che lo circondano.
Gigliola
Alvisi, con una genesi lunga più di un anno, ha prodotto una scrittura fresca,
accattivante e piena di trovate come, ad esempio, il medico endocrinologo che diventa il bassologo agli occhi di Michelangelo, il
piccolo, anzi piccolissimo protagonista. Insieme alla statura, lo aspetta anche l'arduo compito di gestire un nome impegnativo, Michelangelo Silva de Olivera perché «le disgrazie non vengono mai sole». Del resto è figlio di due
giganti pallavolisti, conosciutisi ai giochi olimpici di Atene, che non sanno
proprio capacitarsi di questo loro bimbo minuscolo, preferiscono ignorare il
problema e, così facendo, gli danno la sensazione di ignorare anche lui.
Però
Michelangelo ha la sua scappatoia affettiva: andare in vacanza dai nonni.
Infatti, ogni giorno deve confrontarsi con compagni e compagne più alte di lui
e persino con le loro mamme, che parlano disinvoltamente di percentili di
crescita mentre lui sa di essere praticamente «fuori dal grafico». Ma nell'agriturismo dei nonni, in Toscana, «in mezzo al
niente» si sente finalmente «al sicuro».
Sembra di udire la sua voce, con la sua inespressa domanda di
aiuto che si infrange contro il muro di difesa eretto dai suoi genitori,
incapaci di accogliere la diversità del loro bambino. Invece i nonni, nel loro
distacco generazionale, vedono con maggiore chiarezza la gravità del problema e
trattano il nipote per quello che è, limiti compresi.
Ma
non è tutto, il libro si apre a sviluppi inattesi e inchioda alla lettura
perché arriva come ospite un'eccentrica miliardaria, tale Bianca Black, bassina
a dir poco anche lei e con il vezzo di indossare incredibili cappelli, vere e
proprie mastodontiche architetture a tema. Michelangelo resta senza parole. E
qui l'autrice tesse un filo sottile fra Michelangelo e la signora, imbastendo
un rapporto foriero di opportunità positive per entrambi. Ne risulta una storia
credibile, sostenuta da illustrazioni in un bianco e nero molto narrativo e
aderente al testo.
Un
romanzo leggibile e fruibile in classe perché vi si indaga il limite della
cosiddetta normalità e come questa possa essere letta in tanti modi. Per i bambini
e i genitori che non hanno la fortuna di incontrare un angelo inaspettato come
Miss Black, Gigliola Alvisi fa conoscere l'operato di A.Fa.D.O.C. onlus
(Associazione Famiglie di Soggetti con Deficit dell'Ormone della Crescita ed
altre Patologie), promuovendo, con Cinzia Sacchetti, presidente dell'associazione, il Tour della Tenerezza: un viaggio negli
ospedali italiani.
Gigliola
Alvisi ha scritto altre opere per ragazzi e ragazze, tra cui Ilaria Alpi. La ragazza che voleva raccontare
l'inferno (Rizzoli, 2014) e Giacomo
Matteotti. Una morte annunciata (In Edibus, 2014). Con questo romanzo ha
vinto il Premio Letterario Il Battello a Vapore 2015.
Piccolissimo me, Gigliola Alvisi, Piemme, 2016.
Piccolissimo me, Gigliola Alvisi, Piemme, 2016.
Nessun commento:
Posta un commento