Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

domenica 15 maggio 2016

Gloria Spessotto, intervista

Come anticipato nel post precedente, ecco l'intervista a Gloria Spessotto, l'autrice di Tulipani per il compleanno (Luciana Tufani Editrice, 2015).
Com'è nato il titolo del romanzo?
Il titolo è un piccolo omaggio a Virginia Woolf, il cui romanzo Mrs. Dalloway inizia con l'intenzione della donna di comperarsi, da sola,  i fiori per la festa del suo compleanno. Un gesto che la porterà a ricordare un amore della sua adolescenza, come avviene per Giulia, la protagonista del mio romanzo.
Per la quindicenne Giulia i vestiti sembrano assumere un ruolo importante.
I vestiti sono sempre importanti per le e gli adolescenti. Sono un banco di prova in cui cominciano a sperimentare la loro individualità. Anche se la personalità non è pienamente formata, l'aspetto esteriore diventa un riflesso degli stati d'animo, uno specchio delle diverse direzioni in cui si stanno muovendo, un'immagine di come vorrebbero essere e non solo apparire. La mia protagonista, a volte, indossa i vestiti della madre, altre volte le cravatte del padre, cerca un look che sia personale, con risultati a volte sorprendenti. In questo modo va letto anche l'abbigliamento, spesso sconcertante, di molte adolescenti.
Quale posto occupano i sogni nella vita della nostra personaggia, segnata dal conflitto con la madre malata?
I sogni sono per lei fondamentali, rappresentano una via di fuga. In quel periodo della sua vita il mondo si stende davanti, aperto e pronto per essere conquistato, tutto è ancora possibile. Ma i conti con la realtà arrivano abbastanza presto, con la necessità di compiere delle scelte e accantonare una parte dei sogni. Questa operazione crea necessariamente sofferenza, tanto che Giulia chiamerà la sua adolescenza "malattia", per le difficoltà e il dolore che comporta. La stessa malattia materna assomiglia molto al male adolescenziale: è indefinita, fonte di infelicità e, al tempo stesso, motivo di idealizzazione e di elevazione, eroica.
L'amore per Alberto è assimilabile all'esperienza del dolore e della crescita?
L'amore per Alberto rappresenta, prima di tutto, un'educazione sentimentale, un addestramento all'attesa e alla capacità di non dimenticare. In questo senso è un'esperienza del dolore e della crescita. Però porta anche felicità, la gioia di un dono gratuito e l'ostinata difesa del proprio sogno.
Colpisce il tuo stile narrativo, puoi spiegarne il meccanismo?
Definirei lo stile narrativo del romanzo come una prosa rapsodica, la ricerca di ritrovare un momento significativo della propria vita che giace sepolto da un cumulo di anni. La volontà di ricordare riporta a galla frammenti, immagini, associazioni, flash che, messi insieme, ricostruiscono l'atmosfera di un momento della vita di Giulia, per il quale lei, donna ormai adulta,  prova un sentimento di nostalgia.
Una domanda che esula dal testo, hai altre opere nel cassetto, qualche anticipazione da ragalarci?
Nel cassetto c'è sempre qualcosa, più o meno abbozzato, come una storia su un rapporto tra fratello e sorella, che mi affascina molto, ma preferisco non rivelare altro, a titolo scaramantico.

Gloria Spessotto è un'anglista con esperienze d'insegnamento e interpretariato. Ha pubblicato racconti e romanzi, tra cui Non era l'usignolo (Mobydick 2013). Da anni collabora con il Centro contro le Dipendenze di Trento, di cui  racconta nell'opera Ciò che gli angeli non sanno (Comunità di Camparta 1998).



La foto rappresenta un momento del reading con l'autrice, che si è tenuto a Trento,  il 5 maggio 2016, nella suggestiva Sala degli Affreschi della Biblioteca Civica. 

Da sinistra, Giovanna Covi, Gloria Spessotto, Lauradeilibri, Maddalena Primo.

Nessun commento:

Posta un commento