In
gran parte inedite le cinquantasette lettere di Charlotte Brontë pubblicate in Ho tentato tre inizi
nella traduzione accuratissima e armoniosa di Sara Grosoli, con testo a fronte. Garantita la possibilità
del confronto immediato con lo scritto originale, oltre al piacere di
immergersi pienamente nell’atmosfera vittoriana, romantica ma scomoda e densa
di problemi sociali. C’è la brughiera
intorno alla canonica di Haworth, il
vento sibila attraverso gli spifferi della casa, rabbrividiscono e si ammalano
i sei fratelli Brontë, ma studiano, leggono avidamente e coltivano il piacere
della scrittura. Charlotte, Emily e Anne danno alle stampe le loro poesie e i loro
romanzi adottando un nom de plume
perché la realtà del tempo poneva ostacoli enormi alle donne, per accreditarsi
come scrittrici e, come molte altre penne autorevoli (basti pensare a Mary Ann
Evans, conosciuta come George Elliot), ricorsero a nomi maschili. Così le
sorelle Brontë diventarono i fratelli Currer, Ellis e Acton Bell. Solo
quando critici e lettori cominciarono a insinuare dei dubbi sulla loro
identità, Charlotte e Anne si recarono a Londra per svelare all’editore il loro
segreto. Nelle
lettere di questa raccolta, prevalentemente rivolte all'amico ed
editore William Smith Williams, si
svolge un dialogo incalzante di cui non si soffre il vuoto della controparte,
perfettamente intuibile dal tono della scrittrice. Qui Charlotte affronta e
dipana i nodi della sua scrittura, argomenta, cita, polemizza, si scusa ma non
è mai evasiva e dimostra un particolare radicamento alla realtà nella cura
degli affetti, della casa e delle relazioni. Qui racconta le sue letture,
puntualizza simpatie e stima per alcuni autori, come W.M.Thackeray e
lucidamente si fionda sulla grandezza di Jane Austen, definendola «una signora
compita e molto assennata, ma una donna davvero incompleta e piuttosto
insensibile» perché «ai sentimenti accorda solamente uno sporadico gesto […]
distante». C’è un respiro che si nutre di letteratura e vita e c’è anche molto
dolore, sebbene trattenuto trattenuto, in queste lettere che vanno dal 1847 al
1853 e comprendono il periodo in cui vennero a mancare il fratello Patrick e le
sorelle Emily e Anne. La scrittura si fa «consolazione» per Charlotte e una nuova eroina, Shirley, vede la luce
nell’omonimo romanzo.
Happy end non
scontato in questo libro piacevole, da gustare in poltrona (684 pagine!)
guidati da un narratore onnisciente che suggerisce, chiosa, anticipa quasi i
dettagli dell’intreccio. Shirley
è una giovane donna che sceglie autonomamente chi sposare,
ignorando le convenzioni imposte dalla famiglia e dalla classe sociale, è una
persona solidale con i reietti, che mostra di conoscere le sue fragilità e
rivendicarle senza temere il giudizio altrui. Descrivendo curati goderecci che vivono nell’agio e poco
sanno o capiscono dei poveri, l'autrice sostiene posizioni molto critiche nei
confronti dei ministri della Chiesa, alienandosi le simpatie degli ecclesiastici
suoi lettori. L’eco del suo dolore, per la perdita delle amate sorelle, è
rintracciabile soprattutto nel personaggio di Caroline, dolce, malinconica ma non priva di acume e progettualità, con un
vuoto affettivo enorme per la mancanza di cure materne, aspira a un lavoro
oltre l’orizzonte domestico, un destino diverso e più ampio di quello pensato
per lei dallo zio tutore. Intorno alle due ragazze, i fermenti della società
industriale, con la crisi dei proprietari delle fabbriche dovuta alla guerra, e
la miseria conseguente per la massa dei lavoratori. Terreno a cui si era
dedicata un’amica di Charlotte, Elisabeth Gaskell, che aveva già dato alle
stampe romanzi di ambientazione sociale. Nelle lettere della raccolta Ho
tentato tre inizi si rintraccia
la genesi della loro amicizia e la stima profonda che le legava. Nessuna
sorpresa se il padre di Charlotte, alla morte di lei, chiederà proprio a Gaskell
di scriverne la biografia.
Ho tentato tre inizi. Lettere
1847-1853, Charlotte Brontë,
traduz. e cura di Sara Grosoli, postfazione di Paola Bono, L’Iguana Editrice,
2015.
Shirley,
Charlotte Brontë,
traduz. di Fedora Dei, Fazi Editore, 2015.
La vita di Charlotte Brontë (The life of Charlotte Brontë), Elisabeth Gaskell, traduz. di Simona
Buffa di Castelferro, Castelvecchi, 2015.
Una più ampia recensione di Ho tentato tre inizi è pubblicata su
Leggere Donna n°168/2015
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