Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

martedì 29 luglio 2014

colpa delle stelle

Ci sono libri che conoscono un successo strepitoso, spesso risultato da una studiata combinazione di marketing e passaparola. E' il caso di Colpa delle stelle che ha contribuito non poco ad avviare il genere della sick-literature o letteratura del dolore. La storia ruota attorno alle vicende di due adolescenti, affetti da gravi patologie, che si aggrappano alla vita. E' una lettura che può coinvolgere fino alle lacrime o lasciare del tutto indifferenti. La sottile discriminante è la stessa, invisibile, che separa i più o meno felici, immemori di un universo sofferente e quelli che il dolore lo vivono in prima o terza persona. Un altro modo per dirlo: se ci sei dentro, trovi consolazione "anche" in questo romanzo; se ne sei fuori, puoi criticarne la qualità della lingua/traduzione o lo stereotipato editing che lo fanno somigliare a tanti altri bestseller. In ogni caso,  il rispetto per il suo contenuto ne giustifica la lettura.
Colpa delle stelle, John Green (The Fault In Our Stars), traduz. di Giorgia Grilli, Rizzoli, 2012.


Una poetessa che ha cantato i sentimenti senza mai cadere nel sentimentalismo è Emily Dickinson. Lei ha saputo anche restituire alla morte il senso dell'esperienza ineluttabile, eppure umana, in certi casi persino desiderabile.
Che poi sia colpa delle stelle, della malasanità, della genetica o altro, non conta quasi nulla.



I stepped from Plank to Plank
A slow and cautious way
the Stars about my Head I felt
About my Feet the Sea.

I knew not but the next
Would be my final inch -
This gave me that precarious Gait
Some call Experience.
(875, 1864)
Silenzi, Emily Dickinson (a cura di Barbara Lanati), Feltrinelli, 1990, pag.136.


This is my letter to the World
That never wrote to Me -
The simple News that Nature told -
With tender Majesty.

Her Message is committed
To hands I cannot see -
For love of Her - Sweet - countrymen -
Judge tenderly - of Me.
(441, 1862)
Poesie, Emily Dickinson (a cura di Margherita Guidacci), BUR, 1993, pag. 182.

In loving memory of Courtney, dear girl.




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