Mémoir strettamente intrecciato con la cronaca di Laura
Walter. Un anno raccontato nel susseguirsi dei mesi e attraverso i decenni
indimenticabili della crescita, a partire da un tempo in cui non esisteva internet,
fino ai giorni nostri, con la consapevolezza degli adulti pieni di ricordi.
L’autrice ci prende per mano e ci
porta in quella zona della vita che sarebbe malinconica se non fosse sorretta
da un sano sense of humour. È il dialetto, trascritto senza vezzi
filologici, a ristabilire la concretezza delle situazioni e l’atmosfera, per
esempio, del Natale «di pancia e poesia», mentre la neve «faliva» e poi «la
taca anca per strada».
Non manca nulla nel suo racconto,
perché si coglie sia il mondo «grande» che la sorpresa della sua scoperta
nell’infanzia.
Troviamo un contesto familiare
sereno e ricco di figure parentali narranti ciascuna la sua storia esemplare,
almeno agli occhi bambini: i nonni, tutti «onorevoli»; le nonne, tutte
«strambe»; lo zio Nino, che ama i «caoboi» e le cugine francesi che portano
«una ventata interculturale in quel di via Maganza».
Poi c’è la Televisione, con le
sue edizioni straordinarie che gettano lo sgomento in famiglia e dipingono
sulle facce bambine un punto di domanda. Soltanto anni dopo si capirà che era
la Storia, piena di stragi e contraddizioni.
Tra avventure estive e ritorno in
città, scuola, parrocchia e casa dei nonni, passaggi in moto col cugino, che la
chiama «PrinciFessa» e scorribande sull’Apecar del lattaio Franco, «tutto
sputato Gianni Morandi», gli anni passano, si diventa grandi e capaci di volgersi
indietro per porgere un semplice “Ciao, grazie” agli adulti amorevoli che hanno
donato l’esempio etico e la memoria affettiva.
Duiulaìc? Tredici mesi di lessico familiare e storia d'Italia, Laura Walter, Cleup, Padova, 2013.
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