Verona, 1900. Isolina era una ragazza di diciannove anni che viveva con i fratelli e il padre, la madre era morta dieci anni prima. Non era ricca, né particolarmente bella, ma era serena, estroversa, le piaceva molto andare a ballare con le amiche. Si innamorò del tenente Carlo Trivulzio, che affittava una camera presso la sua famiglia, e rimase incinta. Da lui costretta ad abortire in modo brutale, per mano di ufficiali suoi amici, su un tavolo d'osteria, con una forchetta, tra gli urli soffocati in un tovagliolo, morì. Il suo corpo venne rinvenuto a pezzi, giorni dopo, nelle acque dell'Adige. Tutti gli indizi portavano a Trivulzio ma né lui, né gli altri responsabili non furono puniti. Le tracce giudiziarie del processo vennero occultate, l'opinione pubblica messa a tacere.
Contrariamente al solito, racconto la trama di Isolina, di Dacia Maraini, perché il nome di questa ragazza è stato raccolto da
ISOLINA e...
Associazione Per La Prevenzione del Femminicidio
e la stessa scrittrice ha ricostruito la sinossi del romanzo nel corso della presentazione dell'iniziativa, a Verona, il 13 ottobre, presso l'Accademia dell'Agricoltura, delle Scienze e delle Lettere.
Nata nel giugno scorso, Isolina e... si propone di "affrontare con efficacia la gravissima emergenza umana, sociale, culturale e politica dovuta al devastante fenomeno dei femminicidi".
Non vuole sostituirsi alle iniziative di tutela e sostegno alle donne, già presenti sul territorio, ha ricordato Chiara Stella, socia fondatrice, ma concorrere alla formazione dei cittadini e delle cittadine nell'ottica del rispetto reciproco. Marisa Mazzi, presidente dell'associazione, ha comunicato che essa si rivolge tanto agli uomini quanto alle donne, per provuovere un cambiamento culturale verso una maggiore sensibilità al problema della violenza sulle donne e intende costituirsi parte civile nei processi penali contro i responsabili di femminicidi, per dare maggiore visibilità al problema, sovente riferito come incidentale o dovuto ad improvvisa pazzia.
Con parole prive di enfasi, Dacia Maraini ha sottolineato come l'affermazione della scelta della donna, in contrasto con la volontà dell'uomo, scateni in lui la perdita di identità . Se la virilità dell'uomo continua ad essere impregnata di potere sulla donna, quando viene meno il possesso, ne consegue una perdità di senso.
Si può facilmente convenire con la scrittrice come la società abbia smarrito la sacralità della persona e si debba ripartire dalla scuola primaria con un'educazione ai sentimenti che porti a vivere l'amore senza identificarlo con la proprietà della persona amata.
Isolina, la giovane del romanzo, aveva solo espresso il desiderio di tenere e crescere la creatura che le stava crescendo in grembo ma, per il tenente Trivulzio sarebbe stato uno scandalo che poteva ripercuotersi sul suo onore, sul buon nome della sua famiglia e persino sul prestigio dell'Arma degli Alpini. Isolina Canuti, invece, non apparteneva ad un casato importante, nessuno avrebbe rivendicato con forza i suoi diritti, così l'amante poté facilmente imporle la sua scelta e, provocando la morte della ragazza, liberarsi del corpo, negandone persino la riconoscibilità. Nel processo che seguì, anche la memoria della giovane venne manipolata e Isolina fu dipinta come una ragazza dai facili costumi, come se la sua vita avesse contato meno di nulla.
Solo il padre chiedeva inutilmente giustizia.
Isolina e... è presente su facebook
Il logo dell'Associazione è stato disegnato da Gek Tessaro.
Isolina. La donna tagliata a pezzi, Dacia Maraini, Mondadori, 1985.
In assenza di fonti giudiziarie, la scrittrice ha dichiarato di aver costruito il romanzo sugli articoli dei giornali dell'epoca, molto precisi sull'argomento e corredati da disegni che rendevano fedelmente il contesto della vicenda. Usando una lingua che restituisce tutto l'orrore della storia, è riuscita nell'impresa di spezzare la coltre di silenzio e omertà seguita alla morte di Isolina, senza commenti. Parlano i fatti.
Di femminicidio si è parlato anche nel post 8 marzo.
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