Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

mercoledì 20 marzo 2013

In the Name of The father

 E' del 1993 il film di Jim Sheridan che ci consegna una figura indimenticabile di padre amorevole e protettivo, pronto a condividere il carcere con il figlio, in nome della sua innocenza.
Dopo aver parlato di individui che commettono femminicidi, pare doveroso dedicare un pensiero a quegli uomini che si fanno padri, anche se la loro festa era ieri, ma Lauradeilibri arriva sempre in ritardo o in anticipo, mai in tempo.

Quando esce in Italia Verso una società senza padri, di Alexander Mitscherlich, corre l'anno 1963 e cinquant'anni dopo possiamo ammettere il percorso di superamento della funzione patriarcale, con la censura dell'etica autoritaria che produce obbedienza, sottomissione e distanza affettiva. Possiamo altresì convenire che il processo non sia del tutto compiuto e oggi i padri si stiano ancora interrogando sul tipo di autorevolezza da esprimere, sovente accusati di essersi maternalizzati e di aver smarrito la vocazione a trasmettere valori o di essere padri assenti.
Non è semplice neppure per loro.
Qualche libro per parlarne con amici, amiche e compagni/e di vita.
Padri nostri. Archetipi e modelli delle relazioni tra padri e figlie, a cura di Saveria Chemotti, è una raccolta di saggi che indagano la figura del padre, con un'ottica di genere, sotto il profilo letterario, storico, filosofico, psicanalitico.
Il senso dell'elefante, la devozione verso i piccoli del branco, indipendentemente dal legame di sangue, quello evocato nel titolo di questo romanzo dall'intreccio imprevedibile, giocato sul piano degli affetti più profondi che sfidano le convenzioni sociali e custodiscono  segreti.
Gad Lerner nel suo Scintille. Una storia di anime vagabonde si avventura nel gilgul familiare senza nascondere il fardello che rappresenta il rapporto con il padre, incapace di condividere la sua esperienza dolorosa.
L'autore ci porta a Beyrut, Aleppo, non ancora sconvolta dalla guerra civile, in Israele e poi a Boryslaw, in Ucraina. Proprio là, dove adesso le felci e i lamponi ricoprono quelle che furono le fosse comuni,  si consumò lo sterminio di tredicimila ebrei, un intero ramo della famiglia Lerner,  "E' singolare" afferma nel suo racconto "come gli ebrei dedichino ai morti una preghiera piena di speranza, in cui si esalta la magnificenza del Signore ignorando completamente il dolore della perdita". 
Daria Bignardi ne L'acustica perfetta assume un punto di vista maschile e forgia una lingua modellata sul pensiero interiore per disegnare una trama che attraversa  i tredici anni di vita insieme di una coppia. La voce narrante è quella di un padre costretto dai fatti ad accollarsi il lavoro di cura dei figli, con le complicazioni che seguono all'inevitabile cambio di abitudini. E' un'analisi sottile, profonda e al tempo stesso lieve, quasi pizzicata sulle corde di un violoncello, lo strumento che suona il protagonista, un uomo convinto di amare sua moglie in modo perfetto perché "non c'è nulla che io non abbia fatto per lei", ma quanto si conosce veramente la persona con cui viviamo?
Una storia ambientata ai giorni nostri, tra le nebbie milanesi e la Sardegna più aspra e selvaggia, racconta  un amore che insegna "il colore del rimorso, della pena, la gioia di averti fino al dolore"sublimato nella musica.






Scintille. Una storia di anime vagabonde, Gad Lerner, Feltrinelli, 2009.
Il senso dell'elefante, Marco Missiroli, Guanda, 2012.
Padri nostri. Archetipi e modelli delle relazioni tra padri e figlie, a cura di Saveria Chemotti, Il Poligrafo, 2010.
L'acustica perfetta, Daria Bignardi, Mondadori, 2012.

2 commenti:

  1. Mi piace la passione temperata dal garbo nel cercare di trasmetterci le emozioni provate leggendo. Son anch'io affetto da "libridine" come direbbe De Crescenzo e vivo in questo incredibile universo parallelo fatto di libri. una preoccupazione e una provocazione. Che ne sarà dei libri? Al di là delle scelte individuali, il disamore per la lettura, la virtualizzazione del sapere che più è a portata di display e meno costruisce la nostra interiorità è un timore vero o solo di una forma mentis arcaica e incapace di crescere?. Una Tua opinione sarebbe niente male . Grazie per l'impegno. AlbertoG www.dreamedicine.blogspot.com

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    1. Alberto,
      io tifo "carta" e credo non ci siano dubbi in proposito, ma penso anche sia il momento di accettare quello che offre la tecnologia sul piano digitale. Per ora, io mi limito ad usare gli ebook, sfruttando la comodità che offrono, per esempio in viaggio, quando è piuttosto arduo portarsi volumi al seguito, soprattutto se si vola lowcost:-)
      Ma capisco il timore che hai manifestato e mi sento di condividerlo interrogandomi su come cambierà il nostro modo di pensare se muteranno profondamente gli strumenti di comunicazione delle idee. Sono stata l'altra settimana alla fiera di Bologna del libro per ragazzi, ti assicuro che un'idea forte ha attraversato la manifestazione: il digitale è un treno che non bisogna perdere, anche se fa paura.
      Ti ringrazio per il tuo contributo e colgo l'occasione per scrivere un post sull'argomento.
      Lauradeilibri

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