Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

mercoledì 5 aprile 2017

Ah, l'amore!

Ah, l'amore! Quante righe sono state scritte in suo nome, e lacrime versate e cioccolatini, rose rosse, diamanti acquistati in suo pretesto. E si continua a parlarne  perché resta un sentimento misterioso, evocato con enfasi, invocato e ripetuto ad oltranza nelle canzoni, accennato con riserbo dai parsimoniosi della parola, sostanzialmente inspiegabile.  Ma raramente si parla di quel particolare amore che si vive nella stagione più tarda della vita, l'amore tra anziani, non l'innamoramento fuggevole, appunto quel che in Questa cosa bizzarra che si chiama amore è tratteggiato come un rapporto amoroso e amorevole, con tutte le manie e le memorie di un sentimento messo alla prova dagli anni e dalla vita che scorre.
Scritto a due mani, come nella finzione letteraria, da ElKe Heidenreich, scrittrice, critica letteraria, giornalista e Bernd Schroeder, sceneggiatore e regista. In forma di diario, presentano Lore e Harry, sposati da decenni, che  riferiscono delle stesse cose, degli stessi impegni e difficoltà ma con punti di vista diversi, decisi a convincersi a vicenda eppure consapevoli di dover mediare. In pensione e dedito al giardinaggio, lui. Ostinata a lavorare in biblioteca e a organizzare incontri con gli autori, lei. «Lore, lascia a me il giardino e tu pensa ai tuoi libri, okay?» scrive Harry.
C'è una sorta di distanza dalla figlia, non dovuta soltanto al luogo in cui risiede, ma alla difficoltà di accogliere le sue scelte. «Cos'è normale? Cos'è giusto? La verità è amara: non capisco né mia figlia, né mia nipote. Sarà colpa mia?» scrive Lore.
E il sesso? Perché sembra sconcertante parlarne se avviene tra non giovani e giovanissimi, ma ecco Lore: «Abbiamo fatto l'amore come una volta (...). Da innamorati. Mica alla maniera dei vecchi...vecchi? Siamo vecchi? Diciamo anziani, già, ma per gli anziani i ritmi sarebbero lenti, tirati per le lunghe... Noi, tutto il contrario».
I sentimenti evolvono attraverso le prove che riserva l'esistenza, sembrano svanire, offuscati dai tradimenti, veri o presunti, ma possono anche  sorprendentemente risorgere. Lore: «Ti amo ancora, mi sa». Harry: «Avvertimi quando ne sei certa».
La quotidianità è fatta di gesti ripetitivi, logoranti, di necessità impellenti, scadenze a cui conformarsi, così Lore: «Mio marito non finisce mai di irritarmi, ma ha dentro ben più di quello che posso aver capito io in tutti questi anni [...] Ma anch'io ho dentro cose che lui nemmeno sospetta. Nostalgie, paure, sensi di colpa». E infine, Harry: «Ah, Lore, quanto mi manchi. Perché non sei qui ad avere l'ultima parola, come hai sempre fatto?». 
Ma non è un rimpianto, è una dichiarazione d'amore.

Questa cosa bizzarra che si chiama amore, Elke Heidenreich, Bernd Schroeder (Alte Liebe, traduz. di Margherita Belardetti), Astoria, 2016.

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