Ah,
l'amore! Quante righe sono state scritte in suo nome, e lacrime versate e
cioccolatini, rose rosse, diamanti acquistati in suo pretesto. E si continua a
parlarne perché resta un sentimento
misterioso, evocato con enfasi, invocato e ripetuto ad oltranza nelle canzoni,
accennato con riserbo dai parsimoniosi della parola, sostanzialmente
inspiegabile. Ma raramente si parla di quel
particolare amore che si vive nella stagione più tarda della vita, l'amore tra
anziani, non l'innamoramento fuggevole, appunto quel che in Questa
cosa bizzarra che si chiama amore è tratteggiato come un rapporto
amoroso e amorevole, con tutte le manie e le memorie di un sentimento messo
alla prova dagli anni e dalla vita che scorre.
Scritto
a due mani, come nella finzione letteraria, da ElKe Heidenreich, scrittrice,
critica letteraria, giornalista e Bernd Schroeder, sceneggiatore e regista. In
forma di diario, presentano Lore e Harry, sposati da decenni, che riferiscono delle stesse cose, degli stessi
impegni e difficoltà ma con punti di vista diversi, decisi a convincersi a
vicenda eppure consapevoli di dover mediare. In pensione e dedito al
giardinaggio, lui. Ostinata a lavorare in biblioteca e a organizzare incontri
con gli autori, lei. «Lore, lascia a me il giardino e tu pensa ai tuoi libri,
okay?» scrive Harry.
C'è
una sorta di distanza dalla figlia, non dovuta soltanto al luogo in cui
risiede, ma alla difficoltà di accogliere le sue scelte. «Cos'è normale? Cos'è
giusto? La verità è amara: non capisco né mia figlia, né mia nipote. Sarà colpa
mia?» scrive Lore.
E
il sesso? Perché sembra sconcertante parlarne se avviene tra non giovani e
giovanissimi, ma ecco Lore: «Abbiamo fatto l'amore come una volta (...). Da
innamorati. Mica alla maniera dei vecchi...vecchi? Siamo vecchi? Diciamo
anziani, già, ma per gli anziani i ritmi sarebbero lenti, tirati per le
lunghe... Noi, tutto il contrario».
I
sentimenti evolvono attraverso le prove che riserva l'esistenza, sembrano
svanire, offuscati dai tradimenti, veri o presunti, ma possono anche sorprendentemente risorgere. Lore: «Ti amo
ancora, mi sa». Harry: «Avvertimi quando ne sei certa».
La
quotidianità è fatta di gesti ripetitivi, logoranti, di necessità impellenti,
scadenze a cui conformarsi, così Lore: «Mio marito non finisce mai di
irritarmi, ma ha dentro ben più di quello che posso aver capito io in tutti
questi anni [...] Ma anch'io ho dentro cose che lui nemmeno sospetta.
Nostalgie, paure, sensi di colpa». E infine, Harry: «Ah, Lore, quanto mi
manchi. Perché non sei qui ad avere l'ultima parola, come hai sempre fatto?».
Ma non è un rimpianto, è una dichiarazione d'amore.
Ma non è un rimpianto, è una dichiarazione d'amore.
Questa
cosa bizzarra che si chiama amore,
Elke Heidenreich, Bernd Schroeder (Alte
Liebe, traduz. di Margherita Belardetti), Astoria, 2016.
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