Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

sabato 25 aprile 2015

Bella ciao

Quasi del tutto scomparsi i testimoni,  la Resistenza pare materia per nostalgici. Tanto per ricordare quelli che si sono battuti o imbattuti nella guerra civile che è costata tante, troppe vittime, qualche libro da leggere, rileggere o anche solo sfogliare.  
Un quadro con il dente avvelenato lo presenta Giampaolo Pansa in Bella Ciao. Controstoria della Resistenza, addebitando ai comunisti la responsabilità, quando non l'imbecillità, di alcune mattanze. Come fosse stato un piano preordinato a tavolino, quello di far salire la temperatura dell'odio tra la gente, onde poter controllare meglio la situazione, a conflitto terminato e instaurare una dittatura di modello sovietico. Piano che avrebbe previsto l'assoggettamento progressivo delle piccole bande autonome sotto il grande ombrello delle brigate rosse e l'eliminazione fisica di quanti si ribellavano, fossero fascisti o compagni di lotta.
Una tesi discutibile però seriamente argomentata nel suo libro, ricco di documenti e testimonianze dirette.
Per chi preferisce la narrativa, che mette a nudo le miserie, gli scrupoli, i maneggi, la grandezza dei piccoli gesti e i pensieri più profondi con parole che attraversano il tempo, suggerisco di riconsiderare Il Partigiano Johnny, ancorché incompiuto e rimaneggiato a più riprese.
Sarà per la lingua, che Dante Isella ha analizzato accuratamente (La lingua del partigiano Johnny ne B. Fenoglio, Romanzi e racconti, Einaudi-Gallimard, 1992), 
sarà per l'atmosfera,
"Dopo le raffiche del mattino, il bosco aveva per lui un nuovo haunting, come di vera officina della natura, nel vibratile silenzio
sarà questo anglomaniaco Johnny, improbabile guerrigliero, simile a un cavaliere medievale, alla ricerca della banda a lui più affine, 
"...il vento lo spingeva da dietro con una mano intermittente, sprezzante e defenestrante, i piedi danzavano perigliosamente sul ghiaccio affilato. ma egli amò tutto quello, notte e vento, buio e ghiaccio, e la lontananza e la meschinità della sua destinazione, perchè tutti erano i vitali e solenni attributi della libertà"
saranno le descrizioni che sfiorano la lirica pur mantenendo il contatto con la realtà,
"Partì verso le somme colline, la terra ancestrale che l'avrebbe aiutato nel suo immoto possibile, nel vortice del vento nero, sentendo com'è grande un uomo quando è nella sua normale dimensione umana"
rimane un testo che stimola il pensiero critico, non la nostalgia. 
Per Pansa la Resistenza è stata
"sporca di sangue, piena di morti, gonfia di dolore", 
in Bella ciao sottolinea che
"la guerra civile è una malattia mentale che obbliga tutti a combattere contro se stessi".
A quando una rivisitazione di quella parte di storia senza censure politiche incrociate?

Il partigiano Johnny, Beppe Fenoglio, Giulio Einaudi editore, 1978 (scelgo  l'edizione 1994 perché riporta il saggio di Dante Isella e comprende le due versioni dell'autore, in particolare i capitoli I-XX della prima e XXI-XXIX della seconda).
Bella ciao. Controstoria della Resistenza, Giampaolo Pansa, Rizzoli, 2014.
Una repubblica partigiana. Ossola 10 settembre-23 ottobre 1944, Giorgio Bocca, Il Saggiatore, 1964.
L'Italia contemporanea (1918-1948), Federico Chabod, Giulio Einaudi editore, 1961.
Guerra partigiana, D. Livio Bianco, Giulio Einaudi editore, 1973.
Ponte rotto. La lotta al fascismo dalla cospirazione all'insurrezione armata, G. B. Lazagna, Sapere edizioni, 1972.




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