Le
scoperte scientifiche incrociano la letteratura per l'infanzia e viceversa,
secondo William Grandi, professore di Pedagogia della Narrazione all'Università
di Bologna, lo sostiene nel suo ultimo libro Gli
ingranaggi sognati. L'idea, secondo Grandi, è spiegare come il progresso scientifico
influenzi l'immaginario e come, a sua volta, questo influenzi la scienza e
infine quale ne sia l'impatto pedagogico che si evidenzia nelle narrazioni. La
letteratura ha riempito con sogni audaci e fantasticherie inaudite gli spazi
lasciati vuoti dagli studi infatti, ogni qualvolta compare un prodotto
tecnologico, nasce anche un prodotto
dell'immaginario, libro, film, graphic
novel, videogioco, o altro. La fantasia contribuisce al processo di comprensione
dei fenomeni scientifici sollecitando una ricerca di senso e questo si rese possibile a partire dalla rivoluzione industriale, in primo luogo in
Inghilterra, dove l'immaginario poté elaborare i materiali prodotti dalla
scienza perché il contesto, mutato radicalmente dall'introduzione delle
macchine, lo permetteva.
Infatti, nella letteratura del primo Ottocento inglese spicca l'opera di Mary Shelley, Frankestein ovvero il moderno Prometeo,
che verosimilmente fa tesoro degli studi di Galvani e dei suoi esperimenti
sulle rane per una riflessione sulla vita non più solo oggetto di trascendenza,
ma come qualcosa di meccanico. Interessante notare
come il romanzo non fosse diretto all'infanzia, ma sia stato adottato dai
giovani lettori per quella miscela di paura e ignoto che attrae le menti
infantili.
Invece Jules
Verne scriveva intenzionalmente per l'infanzia e praticamente tutti i
suoi romanzi prendono spunto da scoperte scientifiche o tecnologiche della sua
epoca, come nel suo Viaggio al centro
della terra, probabilmente influenzato dalle teorie della Terra Cava dello
scozzese John Leslie. Affascinato dalle possibilità offerte dalla scienza,
mostrava come potessero liberare le persone dalle catene,
suscitando un approccio proficuo agli studi scientifici.
Nei
romanzi di Salgari, per certi versi più maturi e coraggiosi di quelli di Verne, si trova però un profondo disincanto nei confronti del futuro e il lettore viene
avvisato del progressivo esaurimento delle risorse alimentari che prelude al
collasso del pianeta. Salgari sembra sottolineare che scienza e tecnologia
siano doni ambigui, non in grado di risolvere i problemi fondamentali
dell'umanità.
L'influenza
delle teorie darwiniane sull'immaginario collettivo è stata notevole, si
sviluppò un intenso dibattito intorno alla materia che sembrava organizzarsi
autonomamente senza alcun intervento divino e senza Darwin non ci sarebbe stato
il personaggio Tarzan, creato dalla penna di
Edgar Rice Burroughs. Si pensi anche a Conan Doyle e al suo Il mondo perduto che ha sicuramente
ispirato il film JurassiK Park e Dinotopia
di James Gurney, una visione dei sogni bambini sui dinosauri, con tutte le
componenti di stupore e fascinazione destati da quei rettili.
Attorno al 1877 lo studio di
Giovanni Schiaparelli sulla visibilità del pianeta Marte ispirò diversi scrittori, come H.G.Wells che, ne La guerra dei mondi, insinua il dubbio di
possibili nemici alieni. Negli anni Venti del Novecento venne pubblicata
un'opera rasserenante dello scrittore anglo-statunitense H.Lofting, La storia del Dottor Dolittle, in cui un
bonario dottore comunica con gli animali ben lontano dai laboratori di
dissezione e vivisezione ma, guarda caso, proprio nello stesso periodo, lo
studioso Konrad Lorenz dava l'avvio alla scienza etologica.
Nel libro troviamo anche un'analisi dei Pokemon, nati come creature dei videogiochi e proposti poi come
cartoni animati. Anch'essi evolvono darwinianamente, lottando senza morire,
qualcuno si scarica, qualcuno si potenzia. Sono amatissimi dai bambini, imbattibili
nell'identificare le specie base e le evoluzioni, formano un bestiario ricalcato sulle classificazioni di piante e animali.
Negli anni Duemila esplode il genere distopico, narrazioni ambientate sul nostro pianeta in un futuro più o meno lontano, a seguito di un qualche "grande disastro", una catastrofe climatica o bellica. Il genere incontra un grande favore dal pubblico giovanile, comprensibilmente molto preoccupato per il proprio futuro.
A proposito dell'incrocio tra pedagogia e fantascienza, Grandi cita gli studi di Joseba Zulaika sull'ideologia fondante la politica del controterrorismo statunitense, così imbevuta di elementi mitologici e fantastici da incamerare le tecniche dei videogiochi della science-fiction per elaborare la mortale tecnologia dei droni. Secondo l'antropologo basco si pongono molti dubbi sul versante etico per la deresponsabilizzazione dovuta all'azione distruttiva condotta a distanza e per una diversa concezione dell'estetica della guerra. Infatti il drone percepisce il nemico non tanto come corpo reale, ma come immagine dentro un obiettivo, e la sua distruzione riduce l'esperienza su un piano puramente virtuale.
A proposito dell'incrocio tra pedagogia e fantascienza, Grandi cita gli studi di Joseba Zulaika sull'ideologia fondante la politica del controterrorismo statunitense, così imbevuta di elementi mitologici e fantastici da incamerare le tecniche dei videogiochi della science-fiction per elaborare la mortale tecnologia dei droni. Secondo l'antropologo basco si pongono molti dubbi sul versante etico per la deresponsabilizzazione dovuta all'azione distruttiva condotta a distanza e per una diversa concezione dell'estetica della guerra. Infatti il drone percepisce il nemico non tanto come corpo reale, ma come immagine dentro un obiettivo, e la sua distruzione riduce l'esperienza su un piano puramente virtuale.
Nel libro, perfettamente leggibile anche per i non addetti ai lavori, sorprende la dissertazione sulle fate e
sul loro ruolo nella letteratura per l'infanzia. Un forte interesse nei loro
riguardi risorse in epoca vittoriana perché l'immaginario aveva bisogno di un "altro da noi" di
natura sfuggente e non proprio umana, quasi un contraltare alla teoria
scientifica di Darwin. Le fate, quali creature leggiadre e provviste di ali, si
pongono come custodi del mondo naturale, vicine alla quotidianità pur sottraendosene.
Da una parte ci sono fate e folletti e dall'altra gli umani, i primi si
oppongono alla scienza e rappresentano dissenso e libertà, esprimendo un potere
di vita, incanto e ignoto.
Gli ingranaggi sognati. Scienza, fantasia e tecnologia nelle narrazioni per l'infanzia e l'adolescenza, William Grandi, FrancoAngeli, 2017
William Grandi è professore associato presso l'Università di Bologna dove insegna Pedagogia della Narrazione. Le sue ricerche vertono sul rapporto tra infanzia, editoria e racconto, sulla letteratura di genere (Fantasy, Giallo, Horror, Fantascienza) e sugli adattamenti mitologici per ragazzi. Tra le sue pubblicazioni vanno ricordate:
Infanzia e mondi fantastici, Bonomia University Press, 2007.
La musa bambina, Unicopli, 2011.
La vetrina magica,ETS, 2015.
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