Scrittrice
e sceneggiatrice, Venezia è nata a Matera e vive a Roma, ha vinto il Premio
Campiello nel 2007 con il romanzo Mille
anni che sto qui e raggiunto una grande popolarità con le vicende
televisive di Imma Tataranni, sostituta procuratrice a Matera, personaggia
ispirata ai suoi libri Come piante tra i
sassi, Maltempo, Rione Serra Venerdì, Via del Riscatto, editi da Einaudi.
Da dove viene il
vento è la
riscrittura di un suo romanzo del 2011 ripubblicato da pochi giorni dalla casa
editrice La Nave di Teseo. Ogni emozione, ogni personaggio, ogni sguardo del
libro si rispecchiano in quello dell'altro, in un rimando infinito che va oltre
il tempo passato, presente e futuro e riguarda anche il passaggio del vento e
il fluire del mare.
Questo è
un romanzo composito che si può approcciare come la rete: si cercano e seguono
i contenuti che più interessano. Il titolo del romanzo è preso da un'antica
fiaba berbera, quella che la nonna di Idir gli raccontava da piccolo e che ora
lui regala ad altri, per salvarli dalla disperazione. E la fiaba ritorna
sovente nei sogni confusi, sfumati nella realtà terribile della sopravvivenza
in terra straniera, scatenati da ferite non curate, dalla solitudine e dai ricordi
affastellati della tragedia che l'ha fatto fuggire dal suo Paese alla volta di
un'Europa desiderata come la panacea della miseria e dell'ingiustizia.
Anche i
sentimenti di Dora si rispecchiano in Salvatore, dopo vent'anni trascorsi in
Francia, e ritrovato proprio a Padova, la città in cui entrambi hanno compiuto i
loro studi, dove lui si è costruito una vita apparentemente di successo. E
Salvatore investe provvisoriamente attenzione in lei, senza però dare
spiegazioni e senza progettualità da condividere. Per entrambi è determinante
il peso dei ricordi, che influenzano le attese di Dora e si intrecciano ai
fallimenti di Salvatore.
Le
storie si incrociano e incastrano tra i personaggi, mentre la voce narrante
rimanda al lockdown della scorsa
primavera, una sorta di confinamento che per la narratrice somiglia, in qualche
misura, all'esperienza dell'astronauta russo rimasto per trecentododici giorni
nello spazio, tra terra e luna, mentre il suo Paese, l'Unione Sovietica, si
dissolveva e mancavano i fondi per finanziare il suo rientro a casa. i pensieri
ricorrenti dell'uomo, nello stato sospeso in cui si trova, sono visitati dalla malinconia, mentre riflette sul tempo e
si nutre di capsule e ricordi nella sua «scatoletta di latta».
Così, a sua volta, stabilisce un paragone tra sé e Cristoforo Colombo, il
navigatore che viveva ogni giorno come una sfida del destino, sperando di
vedere infine una striscia di terra all'orizzonte, che lo salvasse
dall'ammutinamento della ciurma e dall'angoscia del dubbio.
Ma dov'è
il senso delle cose? Come si rintraccia il filo della vita? Come può farlo
Idir, reso schiavo in un campo di raccolta dei pomodori e Dora, con i suoi
interrogativi senza risposta, e Salvatore stretto fra le minacce degli usurai e
una vita che gli scorre estranea davanti agli occhi? E cosa può pensare la
piccola Amsah, che canta per farsi compagnia, sola tra i flutti del mare? «Il
senso non esiste ma si crea, e la strada contiene in sé la direzione»
suggerisce la voce narrante, e poi ancora:«Come una malata in un letto
d'ospedale, le storie mi guariscono o mi avvelenano».
Si può
trovare la storia dei nostri ultimi decenni in questo romanzo, ci sono gli anni
Settanta e la contestazione studentesca negli atenei, l'incerto periodo di riflusso
che ne seguì, la caduta delle torri gemelle a New York, la guerra in Iraq, il
problema irrisolto dell'immigrazione con l'altissimo costo umano che comporta.
C'è
tanto di noi, ieri e oggi, e Mariolina Venezia gioca sul filo sott
E ci
sono il vento e il mare, un mare salato che affoga e un mare di lacrime che
sorprendentemente consola. Un vento che spinge le nuvole configurandole in
forma di Paesi rincorsi, oppure un vento che non spinge le vele perché non
arriva mai.
Da dove viene il
vento. Il
nostro viaggio nel cuore della notte, Mariolina Venezia, La nave di
Teseo, 2020.
già pubblicato su:
https://www.heraldo.it/2020/10/24/da-dove-viene-il-vento-in-cerca-del-senso-delle-cose/