Donatella Lombello chiarisce
la genesi e le tipologie della narrativa, guidando allo smontaggio dei testi
per scoprire la struttura del novel e
del romance, perché leggere è sempre
un’azione che permette di entrare nel
testo, superandone l’estraneità. Inoltre leggere è verbo di per sé trivalente
che implica tre presenze: due soggetti (chi racconta/legge; chi
ascolta/condivide) e un oggetto (le trame narrative dette/lette/illustrate. È
insomma una relazione gratuita tra chi legge/racconta e chi ascolta, e importante
in quanto può orientare in modo non casuale né effimero una specifica autonomia
critica.
Il percorso storico della
fiaba è tracciato con uno sguardo attento alla formazione del pensiero
narrativo nel bambino e alle metafore che illuminano “concetti sconosciuti e
astratti” dando “forma corporea a ciò
che è senza forma” (Campagnaro), e arginando le grandi paure dei piccoli. Come
lo scudo di Perseo lo protesse dal mostro-Medusa, così la letteratura per
l’infanzia si fa specchio riflettente per indagare le zone buie dell’esistenza,
da cui i piccoli sono fortemente attratti, permettendo loro di vedere l’orrido
senza rimanerne pietrificati, poiché lo spazio narrativo offre rispecchiamento,
stimola e suggerisce il racconto dell’esperienza personale, nella certezza che
i buoni vengano infine premiati e i cattivi siano puniti. Le fiabe “non sono il
luogo della pietas, della compassione o del perdono”, al contrario, sono
“assetate di vendetta”, ma ricche di dettagli che, come autentici ami,
agganciano l’attenzione di lettrici e lettori e, nella distanza tra le terre
della fantasia (C’era una volta…) e la vita reale, permettono a un messaggio
importante di farsi strada nella mente dei piccoli: solo chi si mette in
cammino può trovare la felicità.
Una trattazione
particolarmente delicata riguarda il mistero della morte, perché “i bambini non
sono immuni dall’emozione generata da un evento luttuoso” (Katia Scabello) e
comprendono che la morte sia un evento irreversibile. La letteratura, a
differenza della realtà, può permettersi di raccontare l’oltre e, nel suo
spazio protetto, solleva dall’ansia e promuove un incontro sereno con il tema
della finitudine.
Il tema del viaggio
(Campagnaro, Nina Goga), riassumibile nel modello casa – lontananza – casa,
prevede l’avventura, la sfida del limite, il cammino, ma è sovente vissuto dai
bambini, più che dalle bambine, e fa nascere il dubbio che si imponga una
riflessione su genere e ruoli anche nella letteratura per l’infanzia.
Come si è detto, molti sono
i versanti d’indagine di quest’opera che la rendono importante strumento di
studio, ma la ricca bibliografia di testi imprescindibili, per la costruzione
di percorsi di lettura a misura di bambini e bambine d’oggi, la candida a
prezioso e duttile sussidio per quanti
operano, con ruoli diversi, nell’ambito della promozione della lettura.
*Gruppo di Ricerca sulle
Biblioteche Scolastiche
Le terre della fantasia. Leggere la letteratura per l'infanzia e l'adolescenza, a cura di Marnie Campagnaro, Donzelli, 2014.
pubblicato su
Leggere Donna n°169/2015