Prendere spunto da una
vecchia favola e farne una storia nuova, sembra il destino dei classici, ma non
sempre funziona. Ad Anaȉs Vaugelade è riuscita l'alchimia con Una
zuppa di sasso. La storia,
come sappiamo, conosce infinite varianti,
quella dell'autrice e illustratrice francese si presta particolarmente a una
lettura contemporanea aperta all'inclusione in senso lato.
Una notte d'inverno arriva
un lupo e bussa alla porta della prima casa che incontra nel villaggio, dove
abita una gallina che, ovviamente spaventata dalla sua presenza, non vorrebbe
farlo entrare, ma il lupo sa essere convincente, in fondo chiede solo un po' di
calore e la possibilità di fare una zuppa. Nonostante la diffidenza, la gallina
lo fa accomodare nella sua casetta e subito il lupo estrae dal suo sacco una
grossa pietra, chiedendo una pentola e altro. E qui subentra la comunità tutta
del villaggio perché gli animali, uno dopo l'altro, nel sincerarsi che la
gallina non sia in pericolo, vengono coinvolti nella preparazione della zuppa
portando ingredienti vari. Tutti dapprima sospettosi e poi collaborativi in
un'impresa quanto mai insolita, quella appunto di preparare e infine consumare
una zuppa nientemeno che con il lupo. La matita dell'autrice non ha tralasciato
nulla per enfatizzare il suo aspetto feroce, e gli occhi paiono sempre avere
una luce ambigua, tuttavia la serata volge al meglio, fino al brindisi finale,
fino al saluto del lupo che, dopo aver saggiato la cottura del sasso,
trovandolo ancora durissimo, lo ripone nel suo sacco e lascia la combriccola e
il villaggio nel cuore della notte.
Il finale scelto da Anaȉs
Vaugelade porta generalmente i piccoli lettori e lettrici a dispiacersi della
partenza del lupo, senza peraltro avere alcuna certezza del suo ritorno, forse
perché l'atmosfera creata dalla zuppa condivisa ha fatto intravvedere un futuro
di amicizia. Come se le buone maniere, l'accoglienza generosa, la compagnia
allegra di tutti potessero annullare le barriere,
le paure, i pericoli, le differenze tra gli animali. O quelle tra le persone.
Anche i bambini e le bambine sentono parlare di migranti, di insicurezza e, senza potersi spiegare fatti e problemi, ne fanno però esperienza in qualche misura, sempre filtrata dalla mediazione degli adulti, e questa favola pacificatrice si pone come una narrazione fuori dal coro, senza porre problemi, senza presentare soluzioni, lasciando libera l'immaginazione di piccoli e adulti verso una possibilità a cui tendere.
Anche i bambini e le bambine sentono parlare di migranti, di insicurezza e, senza potersi spiegare fatti e problemi, ne fanno però esperienza in qualche misura, sempre filtrata dalla mediazione degli adulti, e questa favola pacificatrice si pone come una narrazione fuori dal coro, senza porre problemi, senza presentare soluzioni, lasciando libera l'immaginazione di piccoli e adulti verso una possibilità a cui tendere.
Una zuppa di sasso,
Anaȉs Vaugelade (Une soupe au caillou, traduz. di Anna Morpurgo),
Babalibri, 2001.
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