Non
troverai altro luogo, il
nuovo romanzo di Marilia Mazzeo, tornata alla narrativa dopo anni, è uno di
quei libri che in inglese chiamano page
turner perché la vicenda, che comincia sommessamente, senza una particolare
enfasi, si sposta nello spazio e nel tempo assumendo la caratteristica di un
viaggio di scoperta e chi legge non riesce a staccarsi dalla storia, ne viene letteralmente catturato.
In
sintesi, la trama. Una madre, musicista affermata, parte alla ricerca del
figlio scomparso, di cui si sono perse le tracce «da più di un anno». Scoraggiata dal marito e mossa non tanto da
preoccupazione, piuttosto da un filo di sottile risentimento «...era questo il
modo di comportarsi? Che razza di uomo era suo figlio?». E ancora «Che fosse capitato
qualcosa di grave [...] era un'idea che Manlio sembrava non aver preso in
considerazione nemmeno per un momento, e dunque nemmeno Elena. Pensava però che
dovesse essere depresso».
Elena
parte con la certezza di avere con sé la soluzione del problema: se lui è
fuggito in seguito alla mancanza di lavoro, lei gli porterà un'offerta adeguata
alle sue competenze, lui potrà tornare a casa e ritrovare il suo posto nella
famiglia e nel mondo. In partenza da Torino, dal calmo e dignitoso benessere
di una residenza borghese, Elena andrà a Brescia, Milano, Verona, Vicenza,
Padova, Trento, Venezia, Trieste, di albergo in albergo, in un peregrinare apparentemente
sconclusionato, incontrando persone che hanno avuto qualche rapporto con Carlo,
chiedendo notizie e scoprendo i passi di suo figlio, i legami, le condizioni a
cui si è dovuto piegare. Non
pensiamo Elena come una detective,
resta sempre una musicista, con il suo
violino appresso, la sua eleganza e poi le
convinzioni, le priorità e i giudizi sulle persone a cui non intende
rinunciare e quel viaggio le pare persino, a tratti, quasi un piacevole
sottrarsi alla routine.
Quale
sarà la scoperta del suo viaggio? Non una sola. Intanto la rivelazione di uno
sconosciuto mondo giovanile, guardato da lei con sospetto, marcato da lampi di entusiasmo
sebbene conviva con la difficoltà di trovare e mantenere lavoro, o debba
rinunciare a un progetto di vita a lungo termine, o sia costretto a spostarsi
per inseguire un impiego precario. Elena tocca con mano un'umanità che non
aveva contemplato, sicura com'è della volontà che può tutto, del non valersi
delle raccomandazioni, del fare da soli con tenacia e disciplina. Ma un'altra
scoperta, più amara, l'aspetta al varco: il suo essere madre, tra gli impegni
della musica, non è arrivato ai figli come lei si attende, il suo esserci e non
esserci nei momenti cruciali della loro crescita ha creato un vuoto affettivo nella loro vita e adesso le presentano il conto: quello che per lei è un modello genitoriale positivo si rivela tutt'altro per i suoi figli.
Il
romanzo di Mazzeo ritaglia profili umani dolenti, penetra nelle
dinamiche familiari e amicali, riporta le ragione degli uni e degli altri,
parla del dolore delle scelte che scontentano sempre qualcuno, azzarda la
rivendicazione del talento a scapito dei bisogni. E sorprende perché non
consegna ricette risolutive o happy end
scontati.
Non troverai altro luogo, Marilia Mazzeo, L'Iguana Editrice, 2017.
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