Quentin Blake per Mathilda di Rohald Dahl

sabato 5 gennaio 2019

Una zuppa di sasso


Prendere spunto da una vecchia favola e farne una storia nuova, sembra il destino dei classici, ma non sempre funziona. Ad Anaȉs Vaugelade è riuscita l'alchimia con Una zuppa di sasso. La storia, come sappiamo,  conosce infinite varianti, quella dell'autrice e illustratrice francese si presta particolarmente a una lettura contemporanea aperta all'inclusione in senso lato.
Una notte d'inverno arriva un lupo e bussa alla porta della prima casa che incontra nel villaggio, dove abita una gallina che, ovviamente spaventata dalla sua presenza, non vorrebbe farlo entrare, ma il lupo sa essere convincente, in fondo chiede solo un po' di calore e la possibilità di fare una zuppa. Nonostante la diffidenza, la gallina lo fa accomodare nella sua casetta e subito il lupo estrae dal suo sacco una grossa pietra, chiedendo una pentola e altro. E qui subentra la comunità tutta del villaggio perché gli animali, uno dopo l'altro, nel sincerarsi che la gallina non sia in pericolo, vengono coinvolti nella preparazione della zuppa portando ingredienti vari. Tutti dapprima sospettosi e poi collaborativi in un'impresa quanto mai insolita, quella appunto di preparare e infine consumare una zuppa nientemeno che con il lupo. La matita dell'autrice non ha tralasciato nulla per enfatizzare il suo aspetto feroce, e gli occhi paiono sempre avere una luce ambigua, tuttavia la serata volge al meglio, fino al brindisi finale, fino al saluto del lupo che, dopo aver saggiato la cottura del sasso, trovandolo ancora durissimo, lo ripone nel suo sacco e lascia la combriccola e il villaggio nel cuore della notte.
Il finale scelto da Anaȉs Vaugelade porta generalmente i piccoli lettori e lettrici a dispiacersi della partenza del lupo, senza peraltro avere alcuna certezza del suo ritorno, forse perché l'atmosfera creata dalla zuppa condivisa ha fatto intravvedere un futuro di amicizia. Come se le buone maniere, l'accoglienza generosa, la compagnia allegra di tutti potessero annullare  le barriere, le paure, i pericoli, le differenze tra gli animali. O quelle tra le persone.
Anche i bambini e le bambine sentono parlare di migranti, di insicurezza e, senza potersi spiegare fatti e problemi, ne fanno però esperienza in qualche misura, sempre filtrata dalla mediazione degli adulti, e questa favola pacificatrice si pone come una narrazione fuori dal coro, senza porre problemi, senza presentare soluzioni, lasciando libera l'immaginazione di piccoli e adulti verso una possibilità a cui tendere.

Una zuppa di sasso, Anaȉs Vaugelade (Une soupe au caillou, traduz. di Anna Morpurgo), Babalibri, 2001.


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